Disobbedisce al censimento «Sono e resto un Mr. Nessuno»

VARESE «Per lo Stato sono un signor Nessuno. Perché dovrei compilare il censimento?».
Così Michele Liati, disoccupato di 37 anni di Carnago, ha esercitato la sua obiezione di coscienza alla campagna Istat di raccolta dei dati, rifiutandosi di rispondere al questionario per il suo nucleo familiare. Fino a ricevere una multa salata, 419,70 euro più 7,70 euro di spese di notifica. «Ora scriverò al prefetto» annuncia, convinto ad andare fino in fondo nella sua battaglia di disobbedienza civile.


«La maggior parte delle informazioni che l’Istat chiede ai cittadini le ha già, dovrebbe averle o potrebbe ottenerle integrando le banche dati dei vari enti della pubblica amministrazione – spiega Liati – il censimento è una spesa inutile, che umilia il contribuente. Con la crisi e le nuove tasse, l’Italia spende per il censimento Ue più di 600 milioni di euro mentre la Spagna appena 80».
Ma è soprattutto la sua storia personale ad averlo portato alla disobbedienza civile. Perché Michele, sposato e padre di una bambina, è disoccupato da circa un anno, vittima dei tagli al personale dell’azienda per cui lavorava come fisico, nonostante prima delle trattative sindacali non fosse inserito nell’elenco degli esuberi.
Da allora ha fondato un movimento d’opinione (Lavoro Libero) che denuncia il monopolio sindacale sui contratti di lavoro chiedendo di aprire il mercato del lavoro alla concorrenza. A ottobre ha marciato di corsa fino a Roma, come Forrest Gump, e ha scritto al presidente della Repubblica e alle più alte autorità dello Stato. «Se sono disoccupato – spiega Liati – è anche per colpa dello Stato, che tollera un sistema neo-corporativo sindacale (imprenditoriale e dei lavoratori) che danneggia il libero mercato del lavoro e gli interessi dei singoli».
Nell’unica risposta, giunta da una direzione generale del ministero del Lavoro, si legge che «questo Ufficio non è in grado di fornire una risposta alle argomentazioni prodotte dall’interessato, trattandosi di valutazioni di natura politica». A questo punto, quando quelle stesse istituzioni che non lo hanno considerato gli hanno chiesto di compilare il censimento, è scattata a protesta.
Nella lettera scritta al sindaco di Carnago Maurizio Andreoli Andreoni e al presidente dell’Istat Enrico Giovannini, Michele chiarisce i motivi del suo atto di disobbedienza.
«Il signor Nessuno non capisce perché lui dovrebbe rispondere alle domande dello Stato, quando lo Stato non vuole rispondere a quelle che pone il cittadino. Per questo motivo, il signor Nessuno questa volta non risponderà allo Stato. La sfida è impari, lo so; Voi avete il monopolio della forza, e lo userete». Ora la multa è arrivata, ma Michele non si scompone.

s.bartolini

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