Disordini per Cospito a Milano: indagati 12 anarchici, coinvolti anche antagonisti varesini

Le indagini sugli scontri con la polizia e lanci di pietre e bombe carta dell''11 febbraio scorso nel capoluogo lombardo nelle manifestazioni a favore dell'ideologo sottoposto al regime di carcere duro per reati di terrorismo

MILANO – Sono dodici, al momento, gli indagati per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e porto abusivo di armi improprie iscritti nel fascicolo aperto dalla Procura di Milano a seguito dei disordini messi in atto, con tanto di scontri con la polizia e lanci di pietre e bombe carta, da antagonisti e anarchici l’11 febbraio scorso nel capoluogo lombardo, in particolare lungo viale Sabotino, durante un corteo non autorizzato in solidarietà con Alfredo Cospito, l’ideologo della Federazione anarchica informale in sciopero della fame da oltre quattro mesi contro il 41bis.

Al procuratore Marcello Viola, che coordina il dipartimento antiterrorismo, era già arrivata un’informativa della Digos nella quale risultavano denunciati undici anarchici dell’area antagonista milanese, ma anche di Sondrio, Torino, Trento e Varese. Poi, sono stati iscritti in queste ore complessivamente i nomi di 12 indagati. Le indagini, coordinate dal procuratore Viola e da altri pm del pool antiterrorismo, soprattutto attraverso i filmati andranno avanti per individuare anche altri responsabili. Il procuratore ha chiesto a tutti i magistrati impegnati nei turni giorno per giorno di informarlo immediatamente su eventuali situazioni e azioni che possano essere collegate a proteste come forma di sostegno a Cospito.

E gli inquirenti stanno studiando pure eventuali connessioni tra procedimenti, tra cui figura anche quello aperto nelle scorse settimane su due auto della Polizia locale incendiate. O le segnalazioni sulle scritte di solidarietà comparse in giro per la città e sugli altri cortei e disordini che ci sono stati anche fuori dal carcere milanese di Opera, dove Cospito era detenuto prima di essere trasferito nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, dove si trova tuttora.