Doppia inchiesta sull’Atahotel S’indaga sul buco degli alberghi

Bufera Atahotel: le indagini che coinvolgono l’albergo di via Albani in realtà sono due.

La guardia di finanza di Torino aveva già avviato un’indagine sui cinque alberghi d’oro della famiglia Ligresti nel 2010: cinque alberghi che, secondo gli inquirenti, avrebbero aperto un buco da 78 milioni di euro nei conti della catena alberghiera ceduta per 25 milioni di euro a Fondiaria dai Ligresti e costata in tutto al gruppo assicurativo 100 milioni di euro tra costo d’acquisto e aumenti di capitale necessari per ripianare i dissesti finanziari di Atahotel.

Ed è su questa cessione che la finanza torinese aveva già iniziato ad indagare dopo le segnalazioni relative alla folle operazione d’acquisto da parte dei soci “sani” del colosso assicurativo.

Non solo: dalle pieghe delle indagini emergono particolari relativi al rapporto costi-guadagno dell’hotel varesino che, stando ai prospetti, avrebbe lavorato in netto passivo (si parla di milioni di euro non ancora quantificati dai finanzieri ma sono parte del buco da 78 milioni di euro scovato nei conti di Atahotel) almeno sino a tutto il 2013 compreso.

Cinque anni di passività per una struttura considerata così necessaria alla città di Varese in occasione dei mondiali di ciclismo del 2008 da ottenere il permesso speciale per la sua realizzazione dall’allora commissario straordinario , consentendo al Comune di incassare quattro milioni di euro di oneri di urbanizzazione.

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