La transizione ecologica trova nell’economia circolare uno dei suoi pilastri strategici più solidi. Non più solo una scelta ambientale, ma un vero e proprio modello di sviluppo capace di generare valore economico, innovazione e occupazione. In Italia, l’approccio circolare ha già prodotto risparmi stimati in 18,3 miliardi di euro e consentito di evitare l’emissione di circa 2,6 milioni di tonnellate di CO₂.
In questo contesto la Lombardia, prima regione industriale del Paese e cuore manifatturiero nazionale, riveste un ruolo decisivo. Le filiere lombarde del riciclo e della produzione industriale sono tra le più avanzate a livello europeo. La sfida che la Regione si è posta è ora quella di estendere le pratiche circolari anche ai settori a più alta intensità energetica e materiale – come edilizia, cemento, chimica e acciaio – trasformando la riduzione delle emissioni in un fattore di competitività e crescita.
La strategia regionale si muove nella consapevolezza che sostenibilità e sviluppo possano procedere insieme. Ridurre le emissioni significa non solo tutelare l’ambiente, ma rafforzare il sistema produttivo lombardo, creare lavoro qualificato e intercettare le opportunità offerte dal Green Deal europeo. In questa direzione si collocano i bandi “Ricircolo” e l’utilizzo dei fondi FESR, strumenti pensati per sostenere concretamente l’innovazione delle imprese e accompagnare la trasformazione industriale.
Una politica organica per la circolarità
Regione Lombardia ha costruito un quadro articolato di politiche per promuovere l’economia circolare, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti e favorire il riutilizzo e il riciclo delle risorse. L’approccio adottato è sistemico e partecipato, basato sul coinvolgimento attivo di imprese, enti locali e stakeholder attraverso strumenti come l’Osservatorio regionale sull’economia circolare.
L’azione regionale si articola lungo cinque assi principali. Il primo riguarda la pianificazione strategica e normativa, con la Roadmap per la Ricerca e l’Innovazione sull’Economia Circolare, il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti e il PREAC, che integrano politiche ambientali, energetiche e climatiche. Il secondo asse è il sostegno economico, attraverso bandi FESR dedicati alle PMI e alle filiere strategiche, che hanno già registrato una domanda superiore alle risorse disponibili.
Un terzo pilastro è la promozione della simbiosi industriale, incentivando l’utilizzo dei sottoprodotti e la collaborazione tra imprese, anche grazie al ruolo dei cluster tecnologici regionali. A questo si affianca l’impegno sulla regolamentazione e sull’“end of waste”, con la valorizzazione delle Materie Prime Secondarie e un quadro autorizzativo favorevole agli impianti innovativi, riconoscendo che non può esistere economia circolare senza una rete impiantistica avanzata. Infine, la Regione lavora su criteri ambientali e sistemi di premialità, promuovendo certificazioni e strumenti di rendicontazione ambientale nei bandi e negli acquisti pubblici.
Risorse e strumenti per la transizione
La strategia si traduce in una dotazione finanziaria di grande rilievo. Tra gli strumenti più recenti figurano i bandi Ri.Circo.Lo. e STEP, dedicati rispettivamente alle filiere di plastica e tessile e alle materie prime critiche. A questi si aggiungono iniziative su edilizia, bonifiche, rifiuti elettronici, batterie e riduzione dello spreco alimentare, oltre a strumenti di finanza agevolata e al supporto all’emissione di basket bond per progetti di innovazione circolare.
Un impulso decisivo è rappresentato dai 650 milioni di euro di fondi FESR per il periodo 2021-2027, una leva finanziaria senza precedenti destinata a sostenere transizione ecologica, innovazione industriale e riduzione delle emissioni, accelerando la trasformazione del sistema produttivo lombardo.
La risposta del territorio
Il successo delle politiche regionali è confermato dalla forte partecipazione di imprese ed enti locali. Le PMI lombarde hanno mostrato una notevole reattività, investendo in eco-design, produzione di materie prime secondarie e modelli di simbiosi industriale, segno che la circolarità è percepita come un vantaggio competitivo reale. Anche gli enti locali hanno risposto con convinzione, promuovendo progetti come i centri del riuso, capaci di coniugare benefici ambientali e inclusione sociale.
La Lombardia si candida così a essere un laboratorio avanzato di economia circolare, dimostrando che la transizione ecologica non è un vincolo, ma una leva strategica per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività del territorio.













