Eredità Campari, assolti tutti gli imputati. Prosciolto anche il notaio saronnese Carlo Munafò

Respinte le richieste del pm nel processo con rito abbreviato nei confronti del presidente del Gruppo Luca Garavoglia e altri nell'ambito della disputa interna a una delle famiglie più ricche del mondo

MILANO – Si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo con rito abbreviato nei confronti di Luca Garavoglia, presidente del gruppo Campari, della sorella Alessandra, dello zio Michele Magno e del loro procuratore Giovanni Berto, finiti imputati per falso ideologico nell’ambito della vicenda con al centro l’eredità contesa tra i fratelli di una delle famiglie più ricche al mondo. Lo ha deciso il guo Alessandra Di Fazio che ha respinto le richieste di condanna avanzate dal pm Stefano Civardi a 6 mesi convertiti in una pena pecuniaria di 45 mila euro per il primo e a 4 mesi convertiti in 30 mila euro per gli altri.

Il giudice ha anche respinto la richiesta di rinvio a giudizio proposta dal pubblico ministero per il notaio di Saronno Carlo Munafò, accusato di rifiuto d’atti d’ufficio e oggi prosciolto. L’indagine è stata aperta in seguito alla querela di Maddalena, altra sorella Garavoglia, che aveva denunciato di essere stata esclusa dall’inventario dei beni della madre, fatto nel 2017 in sua assenza.