Ex missionario rapito, la sorella ad Angera: «Chiediamo silenzio»

«Siamo in contatto costante con la Farnesina, ma purtroppo nessuna novità. Siamo devastati». Il parroco: «Qui è ricordato da tutti con affetto»

«Non ci sono novità, ma in questo momento vorremmo solo un attimo di silenzio visto che la giornata di ieri è stata davvero estenuante». , la sorella di , l’ex missionario rapito nelle ultime ore nelle Filippine, è stremata dopo una giornata intera trascorsa al telefono per rispondere a chiunque le chiedesse un’informazione sulla vicenda.

Con gentilezza ha chiesto però di allentare la morsa mediatica nella quale inevitabilmente è piombata la sua famiglia dopo la terribile notizia del sequestro del fratello da parte di un commando di presunti terroristi. Una comunità intera, quella di Angera, sta seguendo l’evolversi della vicenda. «Non vorrei sembrare diversa da quella che sono – dice la signora – ma la giornata di lunedì è stata devastante. Ora vorremmo del silenzio. Siamo costantemente in contatto con la Farnesina e l’unica

cosa che posso dire è che rispetto alla vicenda di mio fratello non ci sono novità». Comprensibilmente stanca e preoccupata per quello che sta accadendo dall’altra parte del mondo. I familiari, come del resto tutta la comunit à angerese, sta seguendo con attenzione le agenzia di stampa, i lanci su internet e i siti di informazione per accogliere notizia confortanti. Il silenzio invocato dai familiari è il sentimento che unisce tanti angeresi che ieri si sono ritrovati catapultati in una dimensione sconosciuta con telecamere e macchine da presa di ogni tipo in giro per le vie del paese. La sorte dell’ex missionario sta a cuore a tutti quanti da queste parti, ma la pressione mediatica ha disorientato un po’ tutti. «Sicuramente – dice il parroco
Pietro Bassetti – lo ricorderemo nella nostra preghiera. Io sono qui da pochi anni e non ho avuto modo di conoscerlo personalmente – aggiunge il sacerdote – ma in paese è molto conosciuto. Soprattutto i suoi coetanei lo ricordano con grande affetto». La notizia del rapimento ha sconvolto tutti: il commando che lo preleva con la forza e lo trasporta in barca forse in una roccaforte dei ribelli islamisti è una scena che nelle menti degli angeresi continua a non abbandonare con forza.

Anche il sindaco di Angera, , è attento a tutto ciò che sta avvenendo nelle Filippine. Anche il primo cittadino sta seguendo l’evolversi dei fatti con apprensione: «In paese – sottolinea il sindaco – è riconosciuto da tutti come un grande benefattore. Per tutti, come ho già detto, è Padre Rolando. Il suo impegno nel sociale era costante. Tanto quando era missionario, quanto dopo aver smesso l’abito talare. Siamo attoniti e sconvolti, ma speriamo che questa vicenda si concluda nel minor tempo possibile nel migliore dei modi. Confidiamo che si risolva tutto per il meglio».