LEGNANO – «Mia figlia aveva paura di lui. Quando ha cominciato a opporsi, lui ha iniziato a minacciarla di morte». Così la madre di Vasilica Potincu, la 35enne uccisa con nove coltellate a Legnano nella notte tra il 24 e il 25 maggio, ha raccontato ai carabinieri le preoccupazioni e il malessere vissuti dalla figlia nelle settimane precedenti al delitto. Dichiarazioni rese subito dopo il tragico ritrovamento, ora agli atti dell’inchiesta.
La donna, che viveva con la vittima a Cinisello Balsamo, ha spiegato che Vasilica temeva un uomo incontrato a Pavia, di cui però non conosceva il nome. A identificarlo sarà poi un amico della 35enne, sentito dagli investigatori, che ha riferito delle minacce e dello stato depressivo in cui la donna era caduta. Anche la sorella della vittima ha confermato il quadro di violenza e paura.
Gli accertamenti hanno portato ad Andrea Mostoni, 29enne operaio di Robecco sul Naviglio, ora in carcere con l’accusa di omicidio. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere sia davanti al pubblico ministero Ciro Caramore che al giudice per le indagini preliminari Anna Giorgetti, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare. Mostoni era già nel mirino degli investigatori la sera stessa del delitto, ma risultava irreperibile.