Firma gallaratese sui padiglioni di Expo

Una “firma” gallaratese nei padiglioni di Expo 2015: l’impresa Bossi di Gallarate si aggiudica due commesse nei lavori di costruzione dei padiglioni di Kazakistan e Principato di Monaco.

Finalmente si vedono i primi frutti tangibili delle tanto decantate opportunità di Expo 2015 per il tessuto economico della nostra provincia.

L’impresa di costruzioni Bossi (formalmente Ing. Oreste Bossi e Figli Srl) di Gallarate è un’attività storica della città: fondata nel 1885 da Giovanni Bossi, opera nel settore di nuove costruzioni e ristrutturazioni di edifici civili e industriali, realizzando cantieri sia nel settore privato che in quello pubblico, principalmente nelle province di Varese e Milano.

È una delle potenze del settore, la prima impresa di costruzioni della provincia di Varese, dando da lavorare complessivamente a circa 500 persone.

E vanta numeri in grande crescita: il volume d’affari, tra il 2012 e il 2013, è aumentato da 23 milioni di euro ad oltre 35, con l’obiettivo di raggiungere i 40 milioni nel 2014. «Siamo impegnati con il padiglione del Kazakistan e ci siamo aggiudicati una commessa per quello del Principato di Monaco – spiegano i titolari dell’impresa, l’architetto e il dottor – ora stiamo attendendo l’esito di altre offerte, ma comunque è una soddisfazione poter partecipare ad Expo 2015».

Nel caso del padiglione “The Land of Opportunities”, la “casa” della repubblica ex sovietica del Kazakistan, una delle economie emergenti dell’Asia centrale, l’impresa Bossi è riuscita ad aprire un canale grazie alla collaborazione con lo studio di architettura Msc Associati di Milano, che ha firmato il progetto in collaborazione con uno studio tedesco, che aveva ottenuto la commessa di progettazione dallo Stato asiatico.

Ora, con i lavori di scavo e la posa delle prime gabbie d’armatura, l’impresa gallaratese sta avviando la realizzazione delle fondazioni e dei sottoservizi per la costruzione di un edificio su due piani da 800 metri quadrati l’uno, su un lotto da circa 2500 metri quadrati di terreno assegnato al Kazakistan. «Entrare nella macchina Expo è complicato – ammettono gli imprenditori gallaratese – nel caso dei padiglioni esteri, si tratta di appalti diretti gestiti dai general contractor delle singole nazioni con una sorta di trattativa privata. Selezionano le imprese in base alle offerte economiche che pervengono».

La credibilità di un’impresa vale molto, anche perché il cantiere del padiglione kazako dovrà procedere in tempi speditissimi, con consegna entro marzo 2015.

«È significativo che l’impresa Bossi sia riuscita ad ottenere questo lavoro, su uno dei padiglioni più grandi dopo quelli dei Paesi maggiori – spiega l’architetto , socia della Msc Associati di Milano – quel capitolato d’appalto, con le specifiche tecniche del contratto, era un documento da 50 pagine tutto in tedesco. È stato coraggioso presentare un’offerta». Il meccanismo è complesso, ma per le piccole e medie imprese del nostro territorio ci sono ancora spazi nei cantieri dei padiglioni Expo: «Ci vuole flessibilità e bisogna rimboccarsi le maniche – spiega l’architetto Gregis – ma i subappalti tendono ad essere affidati ad imprese italiane».

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