Fmi/ Lagarde: Di sicuro sarei un direttore con meno testosterone

Nuova Delhi, 7 giu. (TMNews) – Battuta al vetriolo della candidata francese alla guida del Fondo monetario internazionale, il ministro delle Finanze Christine Lagarde che ha affermato che se eletta direttore “di sicuro lo farei con un livello di testosterone” più basso rispetto agli ultimi tempi. Una affermazione che contiene chiari riferimenti a Dominique Strauss-Kahn, connazionale della Lagarde che di recente ha rassegnato le dimissioni dalla guida del Fondo a seguito di uno scandalo per l’accusa di violenza sessuale ai danni di una cameriera di un hotel di New York. Peraltro Strauss-Kahn aveva già rischiato la sua posizione nel 2008, per una relazione extra coniugale con una economista del ungherese del Fondo.

Se fossi eletta direttrice generale, lo sarei sicuramente da donna, non porterei necessariamente i pantaloni e di sicuro avrei un livello di testosterone più basso rispetto a molti in questa stanza oggi”, ha affermato la Lagarde, sorridendo durante una conferenza stampa a Nuova Delhi, in India, nuova tappa del suo tour tra paesi emergenti alla ricerca di consensi sulla sua candidatura.

Una battuta a sicuro effetto mediatico – in Francia “l’affaire DSK”, come la chiamano i media transalpini, ha innescato una ondata di denunce di soprusi sessuali da parte di donne della politica francesi – mentre tuttavia la Lagarde non sembra ancora esser riuscita nell’obiettivo primario dei viaggio. Oggi il ministro delle finanze indiano Pranab Mukherjee ha polemicamente affermato che la scelta del nuovo direttore andrebbe basata “sui meriti e non sulla nazionalità”. Affermazioni che sembrano contenere una critica indiretta alla candidata francese, visto che tradizionalmente alla guida del Fondo viene nominato un Europeo.

Altre Bordate sono giunte dal rivale messicano, il governatore della banca centrale Agustin Carstens. Più che con la Lagarde, in una intervista al Financial Times, nell’edizione online, se l’è presa con i paesi europei, accusandoli di slealtà nel processo di selezione: hanno scelto la francese senza valutarne l’effettivo merito. Non solo: l’Europa non ha risolto i suoi problemi sul debito. E se i paesi emergenti non agiranno nel loro interesse non raggiungeranno mai i loro obiettivi. “Se la diamo vinta alla parrocchia europea – ha detto Carstens – se trattiamo la questione come al solito, le cose non cambieranno mai”.

Ad ogni modo non demorde la candidata di Parigi, che resta la più accreditata sulla stampa internazionale. Il tour di ricerca di sostegno proseguirà sabato in Arabia Saudita, e domenica in Egitto, ha annunciato nella sua pagina twitter, che ha attivato proprio per sostenere la sua candidatura. (con fonte Afp)

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