Fuga di infermieri italiani ad Abu Dhabi: stipendi da favola e alloggio pagato. Cosa sta succedendo

L'allarme del sindacato di categoria Nursing Up: "Centinaia di disponibilità a partire soprattutto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Si parte da 3.400 euro netti mensili, esentasse, per un professionista con una esperienza pregressa di almeno 2 anni sul campo in Italia, meglio ancora se specializzato in una determinata area clinica"

MILANO – “Non solo Arabia Saudita, ma ora anche gli Emirati Arabi: ecco le nuove isole felici per gli infermieri italiani. Non si tratta solo di stipendi da favola, che partono da 3.400 euro netti mensili esentasse, che da noi sono pura utopia, qui si prospettano cambiamenti radicali nello stile e nella qualità della vita per i nostri professionisti sanitari che decideranno di partire da qui a breve”. E’ l’allarme che lancia Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up. “Sono da oggi ad Abu Dhabi per verificare di persona la realtà dei nostri infermieri negli Emirati – prosegue -. Le premesse, che sembrano davvero attendibili, ci portano in un mondo che da noi è lontano anni luce: si parte da 3400 euro netti mensili, esentasse, per un professionista con una esperienza pregressa di almeno 2 anni sul campo in Italia, meglio ancora se specializzato in una determinata area clinica”.

“Le notizie delle ultime ore, che ci arrivano attraverso dal nostro contatto diretto con agenzie internazionali specializzate nel reclutamento di personale sanitario, e confermate anche dallo zelante lavoro di Foad Aodi, presidente Amsi, Associazione medici di origine straniera in Italia, evidenziano apertamente come sono salite adesso a 550 le disponibilità di massima a partire, da qui alle prossime settimane, da parte di professionisti, in particolare provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”, avverte Di Palma.

“Attenzione, sia chiaro, disponibilità non vuol dire certezza di partire, ma – chiarisce – nell’esatto momento in cui vengono prospettate condizioni di lavoro come quelle che stiamo per elencarvi, e che includono anche il supporto per l’integrazione della famiglia del professionista nella nuova realtà socio-culturale, diventa davvero difficile dire di no”. “Ci segnalano che, oltre alle allettanti proposte provenienti dall’Arabia Saudita, anche mete come Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, stanno diventando il centro dell’interesse degli operatori sanitari europei, in particolare presso realtà come il Cleveland Hospital, e l’Nmc, strutture private all’avanguardia dove cercano in medici e infermieri specializzati, in particolare con esperienze pregresse per pronto soccorso, chirurgia generale, pediatria e sala operatoria, nonché con anni di esperienza nel settore della chirurgia estetica, micromondo sempre più all’avanguardia in Medioriente, dove gli stipendi dei professionisti lievitano ulteriormente”, osserva.

“Quanto sta accadendo ci racconta che non si tratta più solo di una questione economica, ma ai nostri professionisti vengono offerte prospettive di vita incredibilmente affascinanti, con la possibilità , non di poco conto, per chi ha famiglia, di offrire ai propri figli un futuro con maggiori certezze – sottolinea il presidente del Nursing Up – Inutile nasconderci, la geografia della sanità mondiale è mutata: i paesi del Medioriente investono circa il 10% del proprio Pil nella sanità, ed il gap con nazioni come le nostre, organizzativamente parlando, rischia di diventare, quindi, incolmabile”. “E’ triste, e lascia decisamente l’amaro in bocca, dover constatare che l’Italia continua a formare le migliori eccellenze nel mondo sanitario per poi lasciarsele sfuggire e decidere, incredibilmente, di rimpiazzarle, come intendono fare dal Ministero della Salute , con professionisti provenienti dall’estero che non possiedono la nostra stessa formazione”, conclude De Palma.