Gnonto, i giovani ed il futuro della nazionale italiana

Dalle stelle alle stalle. Ma nelle stalle nascono anche i cavalli vincenti del futuro.

Davanti alle prestazioni non esaltanti della nostra Nazionale durante le partite di Nations League, quello che salta all’occhio sono le prestazioni positive e la voglia di mettersi in gioco di alcuni giovani calciatori italiani, stanchi di sentirsi seconde linee dei “senatori” che, per dirla tutta, dopo la vittoria all’Europeo dell’anno scorso hanno collezionato solo figuracce.

In Italia giovane è ormai sinonimo di acerbo, inesperto, immaturo, per non dire direttamente incapace o scarso. Questo si traduce direttamente in un profilo non adatto ai grandi club di serie A, nè ai contesti delle coppe europee, figurarsi per vestire la maglia azzurra. Questa mentalità è esattamente ribaltata negli altri campionati europei, dove, al contrario, giovane significa talento, freschezza, grinta, entusiasmo e, soprattutto, futuro.

Gli esempi virtuosi non mancano in realtà; il Milan, dopo dieci anni di traversata nel deserto, ha vinto la Serie A investendo negli ultimi 3 anni sui giovani e creando una squadra di età media 25 anni, basterebbe questo per chiudere ogni discorso.

Mister Mancini, ragionando di dover costruire una nuova nazionale con nuove pedine che sostituissero i campioni d’Europa ormai vicini alla pensione, come Chiellini, ha fatto bene a dare un palcoscenico internazionale a giovani come Gnonto, Gatti, Dimarco, Caprari ed altri; innanzittutto perchè il palcoscenico è sì internazionale ma non così prestigioso come la coppa del mondo o il titolo europeo, quindi non si perde granchè con le sconfitte subite, e si possono fare scommesse su tattiche e schemi a mente relativamente libera. Allo stesso tempo la Nations League è comunque una buona vetrina per far acquisire consapevolezza ed esperienza ai calciatori più giovani, che possono crescere e ritornare nei loro rispettivi club con una maggiore maturità.

Wilfried “Willy” Gnonto è l’esempio di quanto detto; classe 2003, talentuoso attaccante di belle speranze, è stato convocato coraggiosamente da Mancini, e ha ripagato le speranze in lui riposte: prestazioni più che sufficienti, assist e gol contro la Germania.

Attualmente è un giocatore dello Zurigo, squadra dove si è trasferito dopo aver rifiutato di firmare un contratto con l’Inter, società che lo ha cresciuto dall’età di 9 anni. Nelle nazionali giovanili, Gnonto si è messo in mostra già con l’Under 16, continuando anche nell’Under 17 e Under 19 a dimostrare le sue doti, segnano in entrambe le nazionali 5 gol in 10 presenze. Solo adesso alcuni club di serie A stanno mettendo gli occhi sul giovane Willy, che si è guadagnato la convocazione nella nazionale maggiore grazie alla lungimiranza del CT Mancini.

Si potrebbe dire che Mancini sta facendo quello che i club di serie A dovrebbero fare, ovvero scoprire nuovi campioni che portino successi alla squadra e lustro alla nazionale. Ma nel calcio dove le squadre, siano esse neo promosse, squadre di metà classifica o top club, preferiscono affidarsi ad osservatori in giro per il mondo in cerca di improbabili colpi di mercato a prezzi stracciati. Eppure per rischiare e allo stesso tempo spendere poco basterebbe farsi un giro sui campetti delle squadre primavera o di serie B e C per scovare bravi calciatori di prospettiva a costi contenuti.

Aggiungiamo che Gnonto, nato e cresciuto in riva al Lago Maggiore da genitori della Costa d’Avorio, si sente molto attaccato alla nazione che lo ha adottato, e che ha dimostrato di avere umiltà dopo la sconfitta subita. “Non me ne faccio niente del gol. Dopo una sconfitta del genere sarebbe stata la stessa cosa se avessi segnato io o un altro compagno”. Scusate se è poco.