I cuccioli dell’orsa soppressa dopo l’aggressione a un motociclista italiano trasferiti in un centro

Cristina Lapis, fondatrice del santuario degli orsi di Zărnești, il più grande d’Europa, aveva chiesto al governo una soluzione per l’accoglienza dei cuccioli (foto d'archivio)

ROMANIA – I tre cuccioli dell’orsa soppressa nei Carpazi, dopo l’aggressione mortale al motociclista italiano Omar Zin, saranno catturati e trasferiti in un centro di riabilitazione per essere svezzati. Le autorità ritengono improbabile che possano essere reintrodotti in natura, considerata la loro permanenza in cattività.

L’incidente, avvenuto il 3 luglio lungo la panoramica Transfăgărășan nella regione di Argeș, Romania, ha causato la morte di Omar Zin, 48 anni, di Ferno vicino Malpensa. Secondo le autorità del parco, l’uomo sarebbe sceso dalla moto per filmare e nutrire gli orsi, una pratica vietata. Tuttavia, la famiglia e la sindaca di Ferno sostengono che Zin stava semplicemente raggiungendo un laghetto quando ha incontrato casualmente i cuccioli.

La Romania ospita la più grande popolazione di orsi in Europa, stimata tra 10.000 e 13.000 esemplari, con 112 solo nella zona dell’incidente. Negli ultimi vent’anni, circa trenta persone sono state uccise da orsi nel Paese. Nonostante le regole del parco proibiscano l’avvicinamento e il nutrimento degli animali, molti visitatori ignorano le norme, alimentando una pericolosa percezione di orsi “addomesticati”, già alla base di precedenti aggressioni.

Cristina Lapis, fondatrice del santuario degli orsi di Zărnești, il più grande d’Europa, aveva chiesto al governo una soluzione per l’accoglienza dei cuccioli, sottolineando l’urgenza della questione.