I lavoratori che scioperano contro lo smart working: il caso della Tenova di Castellanza

La decisione dell'azienda di istituire una giornata di lavoro "da casa" alla settimana non piace alla Uilm. Ecco le ragioni delle due parti

CASTELLANZA – Un’ora di sciopero. Una protesta simbolica ma decisa quella dei lavoratori della Tenova di Castellanza, società del Gruppo Techint, che si occupa dello sviluppo di soluzioni sostenibili e innovative nell’industria metallurgica mineraria. Il motivo? La decisione da parte dell’azienda di istituire una giornata di smart working settimanale al venerdì, almeno per i prossimi cinque.

A sentire la sigla che ha dato il via alla mobilitazione, la Uilm, sembra che le ragioni del dissenso siano da individuarsi soprattutto nel metodo prima ancora che nella sostanza: “Prendere questa decisione in totale autonomia, senza avvertirci – sottolinea Fabio De Rosa, rappresentante Uilm – non è proprio in linea con le relazioni sindacali e crea anche un precedente discutibile, tenuto conto del fatto che solo cinque mesi fa abbiamo siglato un accordo integrativo con l’azienda proprio sullo smart working”.

Il tema e le controversie legate alla prassi dilagata durante l’emergenza sanitaria riguardano la conciliazione, non per tutti facile, di tempi e spazi, di vita e di lavoro. “Un lavoratore che il venerdì vuole essere in azienda a lavorare – spiega il sindacalista – ora non può farlo. E non è detto che tutti i lavoratori, per motivi di conciliazione vita e lavoro, vogliano per quel giorno fare lo smart working, a qualcuno questa decisione potrebbe creare problemi”.

Naturalmente gli operai non sono coinvolti ma hanno lo stesso aderito (compresi gli addetti alla produzione dello stabilimento di Genova) alla mobilitazione che riguarda gli impiegati degli uffici.

La Tenova ha preso la decisione sullo smart working per ragioni di risparmio energetico, cioè per risparmiare almeno una giornata di riscaldamento alla settimana. Peccato però – sostiene il sindacato – che già normalmente le temperature nella sede di Castellanza non siano propriamente miti.

“Siamo consapevoli che in questo momento storico la questione energetica sia prioritaria – afferma De Rosa -. A questo proposito vorrei però ricordare che i lavoratori stanno già facendo i loro sacrifici, considerato che siamo al nord e negli uffici e nei reparti si lavora con una temperatura che oscilla tra i 17 e 18 gradi centigradi”.