«I nostri boschi, una discarica»

Dopo un anno, «la stessa, deprecabile situazione, anzi peggio», sostiene , ex cittadino fernese ormai da più di 25 anni residente a Gallarate.

Si tratta di boschi trattati come discariche e verde considerato meno di zero. Ricapita a Ferno, in quella «strada boschiva che da via Gorizia porta verso Cardano al Campo, passando in territorio di Samarate».

Al signor Ambrogio piace andar per boschi «per fare una passeggiata nei luoghi a me cari da ragazzo», spiega lui stesso. Ma quei luoghi «sono un tappeto di immondizia», dice. Due o tre scatoloni da una parte, quattro o cinque borse di plastica per la spesa dall’altra, bottiglie, lattine e carte un po’ ovunque.

«Dal primo cancello di Ferno, dove si trova la chiesa di Santa Maria, all’ingresso dell’AgustaWestland, lungo la strada che costeggia la rete dell’aeroporto, è una discarica a cielo aperto», scrive il gallaratese. «Per non parlare del percorso vita che è abbandonato in condizioni fatiscenti, con cartelli ormai illeggibili, molti dei quali divelti, sterpaglie ed erbacce».

Ambrogio Fanali ci aggiunge le case delocalizzate, ormai da dieci anni deturpate e murate, eppure diventate comunque rifiugio di disperati. «Sembra di essere in un sobborgo di Beirut, non in provincia di Varese, quando si viene in questa zona morta. Eravamo uno dei paesi ricchi, ora ridotto a un dormitorio squallido e abbandonato a se stesso».

Dallo sconforto alla protesta: «Mi chiedo se sia possibile che nessuna autorità o amministratore abbia mai avuto la voglia o la curiosità di andare a farsi un giro in questi posti, per vedere con i propri occhi lo scempio e l’abbandono in cui versano. E’ necessario che chi amministra si accolli l’onere di tenere pulito e salvaguardare un bene comune come quel poco verde rimasto». E ancora: «I signori vigili perché non si recano, di tanto in tanto, a dare un’occhiata alla situazione del verde comune?».

Da Ferno è il sindaco a intervenire: «Ferno è un paese pulito, nonostante l’inciviltà delle persone porti a dover affrontare continuamente il problema dei rifiuti abbandonati per boschi e strade. Ho molto a cuore il problema e la nostra opera è incessante, sia nel pulire dove è sporco sia nel sensibilizzare la cittadinanza anche attraverso le scuole, a cominciare dai ragazzi». Ieri la situazione non era devastante, come descritta dal signor Fanali, in quella zona non c’era un tappeto di immondizia. Il che non significa che si debba abbassare la guardia.

Il gallaratese vorrebbe che il Comune pagasse di tanto in tanto dei giovani per pulire i boschi. E il primo cittadino lo rassicura: «Lo facciamo già. Dirò di più al gallaratese che dovrebbe guardare alla sua città: abbiamo anche frugato tra i rifiuti nei sacchetti abbandonati risalendo a persone per via di scontrini ritrovati tra l’immondizia. Ebbene il giudice di pace a cui si è rivolto chi è stato accusato di abbandono di rifiuti, ha dato ragione al cittadino sostenendo che poteva essere stato qualcun altro a rubare il sacchetto e gettarlo via».

Di seguito la questione case delocalizzate, non senza un piglio piccato da parte di Mauro Cerutti: «Da anni, insieme a Somma Lombardo e a Lonate Pozzolo che hanno lo stesso problema, denunciamo la stato di degrado in cui versano le aree delocalizzate e l’occupazione abusiva di alcuni stabili. Dopo tanto tempo, con l’inizio dell’anno nuovo, questi immobili saranno abbattuti per poi progettare la riqualificazione di quelle aree». Qualcosa insomma si muove dopo la presa di posizione decisa dell’assessore regionale al Territorio .

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