I politici non lo fanno e allora lo dico io: Varese è bella perché è in discesa

L’editoriale - Raffaele “Skizzo” Bruscella, autore televisivo e del comico Pucci, ci racconta perché la sua Varese è bella.

Ogni giorno, quando mi sveglio, apro la finestra e mi affaccio sul terrazzo di casa. Lì vedo il lago, il mio lago, il nostro lago. Ora, ditemi voi, come faccio a dire io, proprio io, che Varese non è bella?
Mai una volta. Mai una che sento un politico, in questa campagna elettorale, dire bene della nostra città: c’è sempre del brutto o dello sporco da sistemare. C’è sempre una scopa da passare per pulire via quello che non va.

C’è sempre qualcosa da cambiare. Ma prendere quello che di bello abbiamo e migliorarlo? Troppo difficile?
Facciamo così: lo dico io – lo diciamo noi – cosa di bello c’è a Varese. Lo diciamo noi cosa di bello c’è nella città più bella del mondo.
Varese è bella perché è un paese, più che una città. Sì, avete capito bene: Varese è piccola, e ci si conosce un po’ tutti. Se non ci credete fate come faccio io: andate in un bar qualsiasi, passate lì cinque minuti, pure meno, e conoscerete tutti quelli che sono in quel posto. Perché? Perché i varesini sono socievoli come pochi altri. Noi siamo un popolo di persone cortesi: basta un saluto, un «come va?» per rompere il ghiaccio e fare amicizia.
La gente di Varese è gente educata. Gente sempre pronta ad accoglierti a braccia aperte, come fossi un fratello (come piace dire a me, siamo gente in “fratellanza”). Quando mio papà si trasferì dalla Basilicata, e mise piede a Malnate, diventò subito malnatese. Io, appena ho messo piede a Varese, sono diventato un varesino. Tanto che posso definirmi l’unico “terrone” che ama, più della propria, la cucina nata sotto i piedi del Sacro Monte. E, credetemi, a casa mia si facevano i pizzoccheri con la scamorza, «tanto è sempre formaggio».
Ma volete mettere la bontà della nostra cassuoeula? O della nostra mostarda? Come si mangia a Varese, si mangia da poche altre parti, e di ristoranti ne giro a volontà.
Varese è bella perché ha i ragazzi più maturi del mondo. Altro che Milano, i migliori sono a Varese: escono in cinque e uno non beve per guidare, e mica lo fanno per la patente – di quella non frega niente a nessuno – lo fanno per la vita. Su questo credetemi: perché è una scena ricorrente della gente che viene al mio Balthazar.
Ah, il centro di Varese, il venerdì e il sabato sera, sembra New York. Via Cavallotti diventa per un attimo l’ombelico del mondo, pieno di ragazzi e di ragazze, pieno di vita.
Varese è bella perché ha le donne più belle sulla faccia della terra. Le varesine, e solo loro, escono in tiro pure per andare a fare la spesa. Ma volete mettere? Dove ti giri, in questa nostra città, trovi bellezza. Basta prendere una bicicletta e andare in centro. Io lo faccio perché non amo le salite. Ma, grazie a questa cosa, ho scoperto posti stupendi. Ho scoperto corti e cortiletti da mozzare il fiato: dipinti come su una tela di un pittore. Belli da fermarti il cuore per un attimo.
Ho scoperto villa Panza (e la sua bellezza) che non è la villa di un ciccione, ma è uno dei posti più meravigliosi di Varese. Ho scoperto i Giardini Estensi. Sì, li ho scoperti perché vanno vissuti, non attraversati. Andare lì, leggersi un buon libro, mentre ci si fuma un buon sigaro. Andare lì, a portare i propri bambini a giocare, come faccio io con la mia, mentre fumate un buon sigaro, ovviamente.
Varese è bella perché ha il Sacro Monte. Io non ho mai fatto le cappelle in salita, e mai le farò; perché è troppo faticoso, perchè non sono incline alle attività sportive che non siano andare (piano) in bicicletta in pianura. Però le faccio in discesa, le cappelle, e poi mi faccio venire a prendere da qualcuno, ovviamente. Ecco, quella è la metafora perfetta per la nostra città: Varese è bella, perché è una città in discesa.