BUSTO ARSIZIO – Giuseppe Fazio, presidente della Corte d’Assise di Busto Arsizio riscriverebbe tutto quello che è contenuto nelle motivazioni della condanna a 30 anni di Davide Fontana, assassino di Carol Maltesi, uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina e il cui corpo fatto a pezzi fu trovato mesi dopo in sacchi dell’immondizia in provincia di Brescia.
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“Stereotipi di genere? Vittimizzazione secondaria? Sono allibito, è il contrario di quello che abbiamo scritto nelle motivazioni. Ora capisco come si poteva sentire un pediatra ai tempi di Erode…”, racconta in un’intervista. Fazio è “convinto di non aver mancato di rispetto a nessuno, e non sarebbe stato diverso se la ragazza avesse fatto la suora anziché l’attrice. Se non si capisce ciò che abbiamo scritto, è senz’altro un problema mio: ma anche chi legittimamente critica le motivazioni dovrebbe prima leggerle nella loro concatenazione su concetti giuridici che hanno significato diverso rispetto alla Treccani”. E spiega che sono esclusi i motivi futili e abietti perché “questa aggravante esiste se è espressione di un moto interiore del tutto ingiustificato e mero pretesto per sfogare un impulso criminale: e la giurisprudenza richiede sia il dato oggettivo, cioè la sproporzione tra reato e motivo, sia la componente soggettiva, che non può essere riferita ad un comportamento medio. Ecco, qui l’opinione anche del perito e dei consulenti psichiatri, che hanno studiato il funzionamento mentale dell’imputato, è stata che probabilmente a spingerlo ad uccidere non fu la gelosia adombrata dal pm, ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dalla frustrazione per essere stato messo da parte da lei”.
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Dalla “giovane disinibita” che “si era servita di lui” è espressione “dal punto di vista dell’imputato, così abbiamo scritto, valutando soggettivamente la sua condotta, e l’abbiamo sottolineato, è stato il motivo/movente dell’omicidio: ma se è così, non è ‘abietto o futile in senso tecnico-giuridico, oltre a non poter essere ritenuto più turpe di ogni altro movente di un delitto così cruento”.