«Il divieto? Sconfitta per il calcio»

Il prefetto di Milano ha vietato Legnano-Varese ai tifosi biancorossi. La delusione di Paolillo, Basile e Rosa

«Varese Calcio, di concerto con A.C. Legnano, comunica che il Prefetto della Provincia di Milano ha emesso un provvedimento per limitare la vendita dei tagliandi per l’incontro di domenica 20-11 Legnano-Varese in programma allo stadio “Mari”. La limitazione è per tutti i residenti nella provincia di Varese per ragioni di tutela dell’ordine, della sicurezza e dell’incolumità pubblica. La società biancorossa invita pertanto tutti i propri sostenitori a non recarsi allo stadio “Mari” se residenti a Varese».

Poche righe, quanto basta però per tornare a vivere lo stesso sconforto di un anno fa, quando i tifosi biancorossi furono estromessi dalla trasferta di Mariano Comense, per motivi bizzarri. Legnano-Varese si giocherà senza i tifosi biancorossi, esclusi da questa partita per una serie di motivazioni sterili, poco chiare e poco plausibili. Quelle ufficiali lasciano l’amaro in bocca: in primis, il Legnano sta costruendo alle spalle del settore distinti dei campetti in erba sintetica, secondo la Prefettura ci sono alcuni materiali di risulta nel cantiere che potrebbero essere pericolosi. Qualche dettaglio però nella vicenda stride: come ci conferma anche il patron del Legnano Gaetano Paolillo, la Questura di Legnano ha fatto nel mese scorso un sopralluogo giudicando a norma l’impianto. Allo stesso modo, la Digos è stata al Mari martedì dando il suo ok all’arrivo dei tifosi ospiti.

La zona dietro al settore distinti del”Mari” dove il Legnano sta costruendo dei campi in sintetico: il motivo del “no” sarebbe la presenza di materiali di risulta, che però... non risultano

La zona dietro al settore distinti del”Mari” dove il Legnano sta costruendo dei campi in sintetico: il motivo del “no” sarebbe la presenza di materiali di risulta, che però… non risultano

Il pericolo sembra dunque non esserci (come conferma anche la foto a lato) e questa ordinanza pare dettata più che altro dalla negligenza, perché non essere in grado di gestire il flusso di tifosi per una partita di Serie D è preoccupante. Le reazioni, come è normale in questi casi, sono forti ed indignate. A partire da Gaetano Paolillo, patron dei lilla: «Questa è una sconfitta per il calcio, perché noi abbiamo tutto a norma per fare in modo che la partita si possa disputare con le due tifoserie. Questo non è il calcio dei bambini, delle famiglie, delle tifoserie, è un calcio che penalizza le società, i tifosi stessi. Ciascuno sta facendo la sua parte per distruggerlo.

Non c’è una motivazione plausibile che neghi ai tifosi del Varese di esserci, il cantiere dietro i distinti è a norma, la Questura di Legnano ha fatto un sopralluogo dando il suo ok. Nell’ordinanza però una delle motivazioni riporta alla contestazione dei tifosi legnanesi verso questa proprietà. Ma non possiamo permettere che 30/40 persone rovinino la domenica a tutti quanti». Molta amarezza e delusione anche in casa Varese, a partire dalle parole del direttore generale Paolo Basile: «Mi dispiace per i tifosi, che già si erano organizzati per questa trasferta, che è una di quelle che segni in rosso sul calendario ad inizio stagione. Un ricorso a questo punto è impossibile perché l’ordinanza è uscita di venerdì lasciandoci pochissimo margine di manovra. Mi sembrano motivazioni molto leggere, un po’ forzate. Ad ogni modo caricheremo la squadra ancora di più, e se faremo gol andremo sotto il settore che sarebbe stato occupato dai nostri tifosi». Sulla stessa linea Enzo Rosa: «Il cantiere in oggetto si trova in una zona non accessibile ai tifosi, grossi pericoli non sembrano esserci. Il patron Paolillo ha cercato in tutti i modi di risolvere la questione, pare che la decisione sia irreversibile. Non ci sono precedenti di incidenti tra le due tifoserie, l’anno scorso è filato tutto liscio. La cornice ideale per noi è quella di avere i tifosi al seguito, non hanno creato alcun problema dopo la ripartenza in Eccellenza, mettendo in mostra un tifo sano, corretto, sincero. Perché penalizzarli così?».