A chi non è mai capitato di concedersi un bel gelato super calorico come consolazione per una giornata dura al lavoro o per un appuntamento andato male? Ma se l’eccezione diventa la regola il grasso si fa avanti, spesso sul girovita.
«Riuscire a modificare il proprio stile di nutrizione non è un compito facile, soprattutto perché al cibo sono legati molti aspetti di gratificazione e compensazione – spiega il dottor Giovanni Porta, psicoterapeuta esperto in alimentazione – Il problema si pone quando usiamo il cibo per anestetizzarci in continuazione, e un’alimentazione sregolata e troppo calorica ci conduce ad assumere un eccesso di peso, nei casi più gravi perfino a sviluppare problemi di salute che portano a un peggioramento della nostra qualità di vita».
I buoni propositi si scontrano con la capacità di gestire le tentazioni e le situazioni che ci si presentano. Le giornate di tutti sono complicate: impegni, famiglia, figli, studio, lavoro, commissioni da sbrigare, oltre alla gestione della casa, condizionano non solo la nostra vita, ma anche le nostre scelte alimentari. Per cambiare per prima cosa occorre renderci conto di come ci comportano in materia di alimentazione e soprattutto di quali scuse ci diamo per continuare a mangiare come e quanto vogliamo.
«Ingrassando, ci vediamo meno belli, e il confronto con un mondo che ci vuole magri e in forma non fa che aumentare la distanza tra come appariamo e come vorremmo apparire. – sottolinea – Questo ci rende tristi, delusi di noi stessi, e mangiare può essere una soluzione facile e veloce per non pensare per qualche momento a quanto vorremmo essere diversi. Si genera così un circolo vizioso in cui mangiamo per non pensare a quanto soffriamo perché mangiamo troppo e, di conseguenza, la nostra autostima si abbassa notevolmente».
Come fare per rompere questo circolo vizioso? Non è detto che l’unico modo per affrontare la tristezza sia buttarsi a capofitto sulla vaschetta del gelato! «Si può anche ascoltarla, capirne le cause e agire su di esse, invece di anestetizzarsi attraverso gli zuccheri. Comprendere le cause della propria tristezza significa capire cosa manca di importante nella nostra vita, e trovare il coraggio per mettere in atto le (di solito temute) azioni che servono a raggiungere i nostri obiettivi». Per prima cosa fate una pausa, prendetevi dei momenti per voi, vi aiuteranno a gestire lo stress. Trovate un modo di coccolarvi senza mangiare. Per seconda cosa fare un elenco di quello che mangiate durante la giornata vi aiuterà a capire la qualità e la quantità del cibo che ingerite. Molte persone non sono consapevoli del modo in cui si nutrono, delle necessità del loro organismo e quindi non sanno che la loro dieta è poco equilibrata. Rivolgendosi a professionisti della nutrizione (dietologi e nutrizionisti) è possibile creare piani personalizzati che portino a modi di alimentarsi più salutari. Il terzo aspetto è di ordine psicologico, e non va sottovalutato. Molte persone, ad esempio, sanno che mangiano troppo e male, ma dicono di non riuscire a cambiare, si definiscono dipendenti da un modo di nutrirsi disfunzionale. Perdere il peso in eccesso e mantenere nel tempo uno stile nutrizionale adeguato sono il simbolo della propria capacità di agire su se stessi e dominare i propri impulsi momentanei in nome di un fine soggettivo più alto. Per questo, spesso, “fare la dieta” non consiste solo nel mangiare di meno, ma nel fare i conti con parti di sé che prima si ignoravano.