Il muro di Berluino divide ancora Il caso ora finisce anche al Tg1

LUINO La campagna elettorale doveva rimanere fuori. Ma è entrata giocoforza. Rendendo ancor più rovente la serata di martedì a Palazzo Verbania. Ad organizzarla «Italia Nostra», contro il progetto luinese del Parco a lago. Del resto, fin dal titolo, le contestazioni sono sembrate inequivocabili: «C’era una volta un paesaggio…ed ora non c’e’ più – Errori ed orrori». Obiettivo del confronto affrontare la vicenda del “muro di Luino”,

soprannome abituale del contestato progetto di riqualificazione, a causa delle strutture del parcheggio e del bar, della fascia a lago di viale Dante. Il tutto davanti ad una platea riscaldata dal servizio del Tg1 che pochi minuti prima aveva acceso i riflettori sulla città e il suo lungolago. «Una coincidenza – ha sottolineato il sindaco Gianecole Mentasti – che da sola rende l’idea della strumentalizzazione in atto».

A rompere il ghiaccio è stato Carlo Segre, presidente della sezione varesina di Italia Nostra. «Mi rivolgo al sindaco – ha spiegato – affinchè blocchi i lavori». Poi è partito il tiro incrociato. «Non intendiamo muovere critiche al progetto architettonico – ha affermato l’architetto Jacopo Gardella – ma alla sua collocazione che mina la ricchezza dell’ambiente dal punto di vista estetico e sentimentale». È toccato poi all’avvocato Veronica Dini, illustrare le strade percorribili dagli oppositori. «Partendo da un dato di fatto – ha evidenziato – : l’aspetto giuridico della tutela del paesaggio: per questo è possibile scrivere anche al ministero dei Beni Culturali e avanzare le proprie obiezioni». Bocciatura senza alcun appello anche da parte del professor Virginio Bettini docente universitario di ecologia del paesaggio presso lo Iuav di Venezia. «In questo caso – ha sentenziato – è mancato totalmente l’approccio “diagnostico” in sede di progettazione, privo di dati sufficienti per poter valutare l’impatto dell’opera sull’ecosistema nel quale va ad integrarsi».

Così dopo gli applausi è stata la volta dei fischi che hanno accompagnato gli interventi del sindaco Gianercole Mentasti e dell’architetto Enrico Marforio, il progettista del parco a lago. «Ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione evidente – ha ribadito il primo cittadino – primo perché tutte le autorizzazioni sono arrivate puntualmente, secondo perché parliamo di qualcosa come 30 metri su 350 di parco

a lago completamente verde, che prende il posto di un polveroso terrapieno». Ha difeso il suo disegno e le sue analisi anche il progettista. «Queste sono polemiche elettorali che mi lasciano esterrefatto – ha ribadito – l’opera è creata per garantire il rispetto e la visione di molti punti strategici per fruire il lago offrendo poco impatto ambientale. E a Piero Chiara sarebbe piaciuta».

b.melazzini

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