Il nemico oscuro: novità normative sul Gas Radon

Il gas Radon è un nemico invisibile, inodore e letale nel lungo periodo di inalazioni, anche a basse concentrazioni, che riesce a penetrare agevolmente all’interno degli edifici.

A livello globale comincia a crescere il numero di nuovi casi Covid, questo aspetto alimenta il timore degli ambienti chiusi ed affollati. La scuola è un ambiente che desta preoccupazione e interesse da parte delle Istituzioni.

La qualità dell’aria delle scuole è importante per il benessere degli studenti e del personale scolastico, questo è il motivo fondamentale per cui è stata pubblicata il 20 gennaio 2022 la UNI/PdR 122/2022 che si occupa del monitoraggio della qualità dell’aria negli edifici scolastici, cercando di fornire strumenti, strategie di campionamento e interpretazione delle misure come prassi di riferimento ai dirigenti scolastici, agli RSPP e agli Enti Pubblici che hanno in gestione gli edifici.

La normativa nasce dalla necessità di fornire ai gestori degli edifici scolastici una procedura semplificata per monitorare la qualità dell’aria di un edificio scolastico, garantendo una sufficiente attendibilità e qualità della misura.

Le fonti di inquinamento sono molteplici, alcune prodotte all’interno degli ambienti, altre provenienti dall’esterno. Pertanto diventa importante definire una procedura operativa semplificata per il monitoraggio e il controllo della qualità dell’aria, attraverso il controllo di alcuni parametri indicatori.

Uno di questi parametri, è un nemico invisibile, inodore e letale nel lungo periodo di inalazioni, anche a basse concentrazioni. Stiamo parlando del gas Radon. Il Radon è un gas nobile radioattivo presente in tutta la crosta terrestre. Si trova nel terreno e nelle rocce in quantità variabile. Il sottosuolo è la sua principale sorgente.

Grazie alla sua natura gassosa, se non adeguatamente contrastato, il Radon riesce a penetrare agevolmente all’interno degli edifici sfruttando sia la natura e composizione dei materiali da costruzione stessi, sia la conformazione e la struttura dei fabbricati: le intercapedini di isolamento presenti nelle murature perimetrali di alcuni datati edifici possono comportarsi come vettori del radon, favorendone la migrazione dal suolo.

Uno dei documenti fondamentali che ha dato avvio alle normative internazionali odierne sulla mitigazione del gas radon all’interno dei luoghi di lavoro, di svago, di studio e di vita è il Manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul radon indoor: una prospettiva di salute pubblica. Ma la comunità era già stata allertata dal Comitato Scientifico delle Nazioni Unite (UNSCEAR) che nel 1977 ha studiato gli effetti della radiazione atomica, classificando il gas radon come principale sorgente di radiazioni ionizzanti a cui la popolazione mondiale è esposta. A seguire lo IARC nel 1988 cataloga lo stesso, come “cancerogeno di gruppo 1”, ovvero sostanze accertate o presunte, cancerogene per l’uomo. Classificazione utilizzata quando c’è sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo sulla base di dati epidemiologici su una corte di casi studio e/o di dati ottenuti su sperimentazione animale.

Il riscontro alle sopraccitate ricerche, in Italia lo abbiamo però, solo nel 1995 quando viene emanata la prima norma italiana in materia di radioprotezione basata principalmente sul principio di sorveglianza. Seppur passo fondamentale per il contrasto di questo nemico oscuro, purtroppo la norma trova applicazione ai soli ambienti di lavoro. Dobbiamo aspettare il 2020 perché a livello nazionale la normativa venga estesa anche agli edifici residenziali. Anche se bisogna fare presente che Regione Lombardia nel 2011 aveva anticipato i tempi, come vedremo di seguito. 

La conoscenza dei rischi legati all’esposizione da Radon, erano infatti noti da tempo. Con il Piano Nazionale Radon del 2002 denominato “Rischio di tumore polmonare attribuibile all’esposizione al radon nelle abitazioni delle Regioni Italiane” venne dimostrato come il rischio sia statisticamente significativo anche per esposizioni prolungate a concentrazioni di radon medio-basse.

Inoltre non è possibile stabilire una soglia al di sotto della quale il rischio è nullo.

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia, sulla base degli studi epidemiologici più recenti, il numero di casi di tumore polmonare attribuibili al radon è il 10%  su un totale di circa 32.000 tumori polmonari che si verificano ogni anno.  

Inoltre i recenti studi epidemiologici hanno permesso di stimare che – su un periodo di osservazione di 25-35 anni – si ha un aumento del rischio relativo di sviluppare tumore polmonare del 10-16% per ogni 100 bequerel per metro cubo (Bq/m3) di concentrazione di gas radon

Ecco perché il gas radon è di interesse sanitario, l’esposizione al radon è soprattutto un problema di salute pubblica correlato al costruito.

Questo ultimo studio è stato l’elemento chiave che ha portato il legislatore a introdurre con il D.Lgs. 101/2020 il concetto di ottimizzazione e a ridurre i livelli di riferimento nell’ambito dell’esposizione alla concentrazione di attività radon.

Quando parliamo di OTTIMIZZAZIONE in radioprotezione vuol dire ridurre quanto possible le probabilità di esposizione e il numero di esposti. Non ci si deve limitare ad agire solo quando le misurazioni indicano livelli sopra i limiti di riferimento. Sebbene sia corretto dare priorità agli ambienti che superano i livelli di riferimento, devono essere previsti interventi preventivi anche all’interno di quegli ambienti incui siano rilevati valori di concentrazione inferiori ai livelli di riferimento.

Il D.Lgs. 101/2020 ha recepito direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Regione Lombardia una delle regioni, insieme al Lazio, maggiorente colpite per esposizione gas radon, ha anticipato la normativa nazionale del 2020 con il DECRETO DDGS 12678 DEL 21/12/2011 linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor.

Il decreto è uno strumento per professioni e imprese orientato a promuovere interventi finalizzati anche al decremento delle concentrazioni medio/basse di radon – tenendo conto del rapporto costo/benefico – sia attraverso l’applicazione di tecniche di prevenzione ex ante (edifici di nuova realizzazione) sia attraverso tecniche prevenzione ex post (bonifica su edifici esistenti). Il documento viene così intitolato ‘’Queste linee guida intendono rappresentare uno strumento operativo per i Comuni, per i progettisti e per i costruttori di edifici e mirano a fornire indicazioni e suggerimenti riguardanti la realizzazione di nuovi edifici radon-resistenti e le azioni per ridurre l’esposizione al gas radon nel caso di edifici esistenti, anche in sinergia con gli interventi finalizzati al risparmio energetico’’

La Regione rende disponibili le informazioni sui livelli di concentrazione ed esposizione al radon in ambienti chiusi e sui rischi che ne derivano per la salute, anche in associazione al consumo di tabacco in quanto un fumatore è 25 volte più esposto al gas radon risetto ad un non fumatore. Promuove, altresì, campagne di informazione e sensibilizzazione riguardanti le modalità di misurazione della concentrazione media annua di radon e sulle misure tecniche correttive disponibili per la riduzione di tale concentrazione.

Ma l’attenzione e le novità non finiscono, Regione Lombardia, anticipando ancora una volta la norma nazionale e la pubblicazione del Piano Nazionale Radon in fase di emanazione, pubblicando sul BURL n. 10, suppl. del 07 Marzo 2022 la Legge Regionale 3 marzo 2022, n. 3, apporta modifiche al Titolo VI della l.r. 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) e alla l.r. 10 marzo 2017, n. 7 (Recupero dei vani e locali seminterrati esistenti), in attuazione del d.lgs. 31 luglio 2020, n. 101 (Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti)

Questo di fatto rappresenta una svolta fondamentale in ambito edilizio in quanto viene sancito come TUTTI gli interventi edilizi che coinvolgano i piani a diretto contatto con il terreno (piani interrati e terra degli edifici), dalla manutenzione straordinaria fino alla nuova edificazione fatti salvo i soli gli interventi di manutenzione ordinaria,  dovranno essere progettati e realizzati con criteri costruttivi tali da prevenire l’ingresso del gas radon all’interno delle unità abitative, nel rispetto delle disposizioni statali e regionali relative alla prevenzione dell’esposizione al gas radon in ambienti chiusi.

Anche i cambi di destinazione d’uso (siano essi eseguiti con o senza opere) come ad esempio da direzionale a residenziale e viceversa, sono sottoposti alla normativa anti Radon.

La procedura che quindi dovrà essere adottata nel caso si rientri nei casi sopra citati prevede: 1- misurazione annuale delle concentrazioni di radon all’interno dell’ambiente oggetto di intervento. 2- Se le misurazioni dovessero evidenziare valori sopra soglia, sarà necessario un intervento di risanamento radon su indicazioni dell’Esperto in interventi di risanamento radon. 3 – Successivamente l’intervento di risanamento, sarà necessario provvedere a ripetere le misurazioni per un anno. N.B. solo ad esito positivo sarà possibile depositare la pratica presso il Comune.

Entro un anno dall’entrata in vigore della legge regionale 3/2022 e quindi entro il 08/03/2023 i comuni devono provvedere, qualora non abbiano già provveduto, a integrare i regolamenti edilizi comunali con norme tecniche specifiche per la protezione dall’esposizione al gas radon in ambienti chiusi.

Chi è l’Esperto in interventi di risanamento radon? È un professionista che possiede le abilitazioni, la formazione e l’esperienza necessarie per fornire le indicazioni tecniche ai fini dell’adozione delle misure correttive per la riduzione della concentrazione di radon negli edifici.

Le autorità con compiti di vigilanza e poteri ispettivi in merito alla radioattività nell’ambiente e in alimenti e bevande per il consumo umano e animale e per le esposizioni al gas radon sono:

  • Ministero del lavoro
  • ARPA
  • Organi del SSN-ATS
  • Ispettorato nazionale del lavoro

Nella speranza di avere suscitato la curiosità su questa tematica, faccio presente che solo attraverso le misurazioni possiamo sapere quanta concentrazione media di attività radon è presente negli ambienti all’interno dei quali passiamo la maggior parte della nostra giornata, il benessere è fondamentale, migliorare la qualità dell’aria è un dritto fondamentale dell’utilizzatore.

Se hai delle domande o dei dubbi rimango a disposizione: potrai trovare i miei contatti nella pagina principale della rubrica “Progettiamo Il Tuo Benessere”

Erica Dalsass – Esperto in interventi di risanamento