Dall’inizio della stagione sono passate ormai nove giornate e la Varesina sta cercando di trovare la quadratura del cerchio. Se la squadra è un po’ troppo discontinua, non si può dire altrettanto della società, che anno dopo anno sta dimostrando una costanza progettuale da invidiare. Abbiamo parlo di questi aspetti e di altro con il direttore generale rossoblù Matteo Di Caro.
Certamente. La società è stata fondamentale in tutti i successi raggiunti. La Varesina è una società concreta, che ha sempre fatto promesse realizzabili e che vuole migliorarsi di anno in anno. Questa è la caratteristica che ci ha permesso di ottenere cinque promozioni consecutive e di essere ciò che siamo. Io mi prendo pochi meriti perché ricopro questa carica da un anno e mezzo, quindi i complimenti devono essere fatti innanzitutto ai fratelli Cuscunà che hanno condotto questa squadra dalla Terza categoria a alla Serie D e poi a mio padre e a mio nonno, che da quando sono entrati in società hanno sempre cercato solo il meglio per la Varesina.
Man mano che si cresce, insieme agli onori, aumentano anche gli oneri. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto e di quello che stiamo facendo per consolidare il nostro movimento, ma bisogna ricordare che si hanno molti più aspetti da tenere sotto controllo. In D ci sono tante squadre forti: per competere devi avere rose di un certo livello, con calciatori importanti da gestire, al pari di quelle situazioni in cui non riesci a raccogliere ciò che meriteresti. Bisogna essere ancora più attenti sotto l’aspetto economico e societario, con ruoli ben definiti e con una programmazione costante.
Noi siamo ambiziosi, fa parte del nostro dna. Non nego che mi piacerebbe vedere la Varesina crescere e raggiungere categorie superiori, sarebbe un sogno. Stiamo lavorando perché questa speranza diventi realtà un giorno, migliorandoci in tutto e per tutto: abbiamo costruito la tribuna e miglioreremo ancora le nostre strutture perchè vogliamo creare un polo sportivo importante, per le nostre squadre e per il nostro settore giovanile. Poi ci vuole fortuna, specialmente nel mondo del calcio, perché non sempre si riesce a mettere insieme il puzzle.
L’attività del settore giovanile per noi è un punto fermo e fondamentale. Riuscire a formare uomini e calciatori pronti per competere in qualsiasi categoria è un nostro obiettivo, quindi quando vediamo dei ragazzi cresciuti nel nostro vivaio, come Martinoia o D’Amico, esordire in prima squadra ci sentiamo felici e soddisfatti. L’affermazione e lo sviluppo del nostro movimento passa attraverso il settore giovanile, quindi non smetterò mai di ringraziare chi lavora al suo interno, in primis i responsabili, Paolo Masini e Pierangelo Farinazzo, e poi a cascata tutti gli altri. Senza il loro contributo la Varesina smetterebbe di volare.
Rispetto all’anno scorso siamo cambiati molto, abbiamo tanti giocatori nuovi e giovani quindi so che ci vuole del tempo per raggiungere il nostro pieno potenziale. Ovviamente c’è del rammarico perché non abbiamo i punti in classifica che avremmo voluto e che meriteremmo; partite come quella con il Cuneo reclamano ancora vendetta. Siamo ancora altalenanti, però sono fiducioso che questo trend si invertirà presto e incominceremo ad inanellare risultati sempre migliori. Per quanto riguarda il mister ho assoluta fiducia in lui e nel suo lavoro, è un grande uomo oltre che un grande allenatore. Saprà renderci felici.
Sarà dura. Loro sono galvanizzati per la vittoria contro il Chieri, ma noi siamo più arrabbiati e vogliosi di portare a casa il risultato. Ovviamente, come sempre, giocheremo per vincere: questo è poco ma sicuro.