Era da tempo immemorabile che alla fine di una partita seguita in tv – Manchester City-Juventus mandata dal secondo canale della tv della Svizzera italiana – non andavamo a letto così soddisfatti e appagati. Nulla contro Mediaset, che ha pagato 660 milioni di euro i diritti della Champions League e può scegliere come e a quanto venderli. Sottovoce, diciamo però che farci una testa quadra in ogni tg, film e trasmissione “consigliandoci” l’abbonamento alla pay tv “solo”
per vedere Juve e Roma provoca l’effetto contrario: io non compro una cosa perché mi dicono in tutte le salse di farlo, anzi ho il sacrosanto diritto di vedermi “The Mentalist” senza sentirmi sfinito o perseguitato dall’“esclusiva assoluta” del calcio (a proposito: un’esclusiva è già assoluta per definizione).
Volete mettere il piacere della semplicità e dell’accoglienza familiare con cui due-ospiti-due (se poi uno è Beppe Sannino, come l’altra sera, non c’è Piccinini o Pardo che tenga) in uno studio finalmente normale come quello della tv svizzera non si mettono sul piedistallo e non hanno in bocca la verità? Dicono la loro idea, senza imporcela. E poi quei due cronisti che non spaccano i timpani ad ogni mezzo tiro e fanno parlare le immagini (altro che «Sciabolata!», «Brivido!», «Incredibile!»), che non usano iperboli, che non pubblicizzano le migliaia di ore di calcio e l’esclusiva assoluta che spetta solo ai fortunatissimi spettatori-abbonati (tutti gli altri chi sono, sfigati?): chapeau, piccola grande Rsi.