Il santo del giorno: Urbano V, il Papa benedettino che riportò a Roma la Santa Sede

Guglielmo di Grimoardo, benché francese, avvertiva il dramma di mezzo secolo di permanenza ad Avignone e nel 1367 riuscì a porre fine, con un atto di forza, all'esilio del successore di Pietro dalla città degli apostoli. L'importanza delle lettere di sollecito da parte di Santa Caterina da Siena

VARESE – Guglielmo di Grimoardo nasce nel Castello di Grisac, nell’omonima località francese. Sembra destinato alla vita militare, ma sin da giovane manifesta una vocazione religiosa e si fa benedettino. Assunto il nome di Urbano V, si impegna subito per porre fine allo scisma con la Chiesa greca e rilanciare la Crociata contro i Turchi, che minacciano quanto resta dei possessi bizantini. Ma la Crociata, bandita nel 1363, registra un totale fallimento.

La fama di Urbano V non è legata alla guerra, ma alla sua capacità di riportare la Santa Sede a Roma dopo mezzo secolo di permanenza ad Avignone. Visto che Urbano, benché francese, avverte fortemente il dramma di quella che è stata battezzata ”la cattività babilonese”, ossia l’esilio del successore di Pietro dalla città degli apostoli. E a sollecitare il ritorno sarà Santa Caterina da Siena, che scrive lettere infuocate al Papa, il ”dolce Cristo in terra”, e ai capi di stato. Urbano V ci riuscirà con un atto di forza, lasciando Avignone nell’aprile 1367, per sbarcare a Giugno a nord di Roma.