Immigrati/Riprendono ricerche dei dispersi nel Canale di Sicilia

Lampedusa, 7 apr. (TMNews) – A poco più di 24 ore dalla tragedia del barcone rovesciatosi a 39 miglia a Sud Ovest da Lampedusa, sono ricominciate nel Canale di Sicilia le perlustrazioni alla ricerca di eventuali sopravvissuti, e per il recupero dei corpi di chi non ce l’ha fatta. Anche se l’ipotesi di trovare qualcuno ancora in vita è piuttosto remota. Su quanti fossero a bordo della “carretta” del mare non c’è certezza, ma il loro numero doveva essere comunque molto alto: intorno ai 300.

Secondo i racconti dei testimoni, e quanto confermato anche dal comandante Pietro Carosia della Capitaneria di porto di Lampedusa, a bordo del natante c’erano anche parecchie donne e alcuni bambini. Sulla barca non c’erano tunisini, ma persone di diverse nazionalità, fra cui somali, nigeriani, eritrei, camerunensi (insomma numerosi potenziali richiedenti asilo). Le difficili condizioni del mare ieri hanno reso particolarmente complesse le operazioni coordinate dal Rescue Centre di Malta, dal momento che l’incidente è avvenuto in un tratto di mare di sua competenza.

Sono 53 invece i superstiti, condotti alla base Loran di Lampedusa dopo essere stati assistiti al Poliambulatorio dell’isola. I naufraghi sono tutti in buone condizioni. Tra loro anche una giovane donna somala all’ottavo mese di gravidanza. Sia lei che il bambino non sono in pericolo di vita.

Ieri intanto sono continuati i trasferimenti di immigrati fuori da Lampedusa. Le cattive condizioni del mare hanno reso impossibile l’attracco delle navi, così gli extracomunitari sono stati evacuati via aereo. Dallo scalo isolano sono partiti otto ponti aerei con 243 persone. Tra di loro anche i 172 minori ospitati fino a ieri all’interno del Centro d’accoglienza di contrada Imbriacola.

Xpa

© riproduzione riservata