In centinaia per ricordare Angelo Chiesa

Partigiano, presidente onorario di Anpi Varese era portabandiera della memoria della Resistenza sul territorio. «Mai come oggi c’è bisogno di uomini come lui»

«Un ragazzino di prima media, al vederlo, sbuffò dicendo “ecco, un vecchio che ci parla della storia”. Ma Angelo gli rispose “non sono qui a parlarti della storia, ma a spiegarti come costruire il futuro”». È stato questo il simbolo degli ultimi anni di attività di Angelo Chiesa, partigiano, presidente onorario di Anpi Varese e portabandiera della memoria della Resistenza sul nostro territorio. L’aneddoto è stato riportato ieri, nella sala del commiato del cimitero di Giubiano da Samuele Astuti, segretario provinciale Pd e tesserato Anpi, cha ha parlato come sindaco di Malnate, ricordando un incontro tra Angelo Chiesa e i ragazzi delle scuole medie del suo comune.

A ricordare Chiesa, sfidando il caldo torrido di ieri pomeriggio, c’erano centinaia di persone a Giubiano. Tante autorità, ma anche tante persone “comuni” che hanno voluto stringersi attorno alla famiglia per condividere un ricordo o semplicemente ringraziare un uomo giusto, che ha speso la vita combattendo per la libertà e la democrazia: da ragazzo come partigiano, poi come uomo delle istituzioni e, negli ultimi anni, come memoria storica della Resistenza e del suo significato oggi. «Mai come oggi c’è bisogno di uomini come Angelo Chiesa, c’è bisogno dei valori che lui incarna, di democrazia e aderenza ai principi della Costituzione» ha detto il sindaco di Varese, Davide Galimberti, il primo di centrosinistra a sedere a Palazzo Estense dall’immediato dopoguerra. Presenti anche i vertici territoriali della Cgil e ovviamente dell’Anpi, sul palco dietro al feretro con le bandiere e i fazzoletti tricolore.

Federico Antognazza, vicesindaco di Venegono Inferiore, dove Chiesa è nato e dove ha trascorso gli ultimi anni, ha letto le righe che lo stesso partigiano gli ha mandato quando, appena insediato, la sua amministrazione ha preso la decisione di ospitare in un istituto scolastico i primi profughi in arrivo dall’ultima drammatica ondata. Anche qui, al centro, c’è la costruzione di un domani di pace e giustizia: «Nelle scuole bisogna educare alla democrazia e al ricordo di quanti, anche nelle nostre terre, si ritrovarono nella condizione di questi ragazzi».

Alla fine degli interventi, che hanno visto alternarsi sul palco esponenti Anpi e del mondo della sinistra varesina, ma anche tanti amici che hanno condiviso ricordi privati, è stata intonata da tutti “Bella Ciao”, cantata come ultimo saluto a chi ha fatto della Resistenza il punto di partenza per la missione di una vita. Una cerimonia laica e partecipata, come lui stesso aveva chiesto. Chiesa verrà cremato e le ceneri andranno nel cimitero di Venegono Inferiore: il suo paese, punto di partenza e approdo finale per una vita spesa al servizio del bene comune, per cui la politica è sempre stata una cosa nobile, fatta di ideali e di lavoro, di concretezza e di slanci.