Insubria, in arrivo 5 milioni e mezzo di euro: premiati i progetti di ricercatori e docenti

Rese note le graduatorie ministeriali relative ai bandi: grande successo per l'università del nostro territorio con le proposte di rilevante interesse nazionale Prin 2022 e Prin Pnrr

VARESE – Cinque milioni e mezzo di euro sono in arrivo all’Università dell’Insubria grazie alle ottime proposte progettuali dei suoi ricercatori e professori. Come comunicato dal rettore Angelo Tagliabue al Senato accademico, nei mesi scorsi sono state rese note le graduatorie ministeriali relative ai bandi competitivi Progetti di rilevante interesse nazionale Prin 2022 e Prin Pnrr, per i quali l’Ateneo ha ottenuto due finanziamenti rispettivamente 4.745.205,00 e 880.436,00 euro. I progetti vinti sono stati 67, un valore decuplicato rispetto a quanto ottenuto nel 2020.

La delegata per la Ricerca di Ateneo, professoressa Flavia Marinelli, segnala che circa il 37% delle domande presentate ha avuto successo, con un 28% sul totale in cui il ricercatore Insubria è il principale proponente.  Oltre il 50% dei fondi va all’area Erc (European Research Council) «Life sciences», seguita dall’area Erc «Mathematics, physical sciences, information and communication, engineering, universe and earth sciences» (29%) e infine dall’area Erc «Social Sciences and Humanities» (20%), a conferma della vivacità di tutte le componenti di ricerca dell’Ateneo.

Un plauso dal rettore Angelo Tagliabue: «Un risultato ottenuto grazie alla vivace progettualità e per la qualità della ricerca dimostrata dal nostro personale docente e per l’efficiente supporto dato dall’Ufficio Ricerca ed Innovazione alla partecipazione ai bandi».

«Almeno un progetto vinto su tre è stato presentato da un Under 40 (31%) e questa percentuale sale al 58% sulle tematiche Pnrr – commenta Flavia Marinelli –. Questo è un dato molto interessante e a favore della recente politica di reclutamento dell’Ateneo e delle misure messe in atto dalla Commissione Ricerca per stimolare la progettualità dei giovani ricercatori».