Invasione di cinghiali nel Varesotto, Coldiretti: “Incidenti e campi devastati”. Ecco i numeri

La denuncia del presidente Fiori: "Ci sono addirittura agricoltori che hanno perso la vita a causa loro e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile”. I dati dell'associazione descrivono una situazione diventata ingovernabile

VERESE – Un rischio costante per l’incolumità delle persone e un danno grave per l’agricoltura del territorio. Coldiretti Varese, per bocca del suo presidente Fernando Fiori lancia l’allarme e denuncia: “La situazione è ormai diventata ingovernabile e il paradosso è che con i costi in aumento dobbiamo anche spendere di più per coltivare un raccolto ora distrutto dai cinghiali e selvatici”.

I numeri parlano chiaro: un incidente ogni 41 ore a causa di cinghiali e animali selvatici nell’ultimo anno (13 morti e 261 feriti gravi). In dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. 

Una situazione ormai ingestibile che richiede risposte urgenti, è la posizione della Coldiretti, a Varese e a livello nazionale.

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Un problema grave anche per i campi devastati. “È paradossale – denuncia Fiori – che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici. Ma ci sono anche agricoltori – aggiunge il presidente di Coldiretti Varese – che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile”.

Vista la gravità della situazione, con l’intendo di porre un freno a un vero e proprio flagello la stessa Coldiretti ha promosso un’azione congiunta con il mondo agricolo, quello venatorio e gli enti di gestione della fauna con il Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn).

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Si prova dunque a fare rete, con migliaia di aziende coinvolte per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale. Obiettivo arginare la proliferazione indiscriminata di fauna selvatica che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari made in Italy, a partire dai suoi settori di punta. Ma no è tutto: si vuole anche “tutelare l’ambiente – conclude Coldiretti – attraverso una presenza capillare in grado di prevenire gli incendi e i pericoli legati al dissesto idrogeologico e combattere il cambiamento climatico valorizzando il ruolo dei boschi di catturare Co2.