BUSTO ARSIZIO – Nessuna retrocessione, nessuna delusione: la Pro Patria resterà in Serie C anche nella stagione 2025/2026. L’annuncio ufficiale è atteso per luglio, ma ormai si tratta di una pura formalità. I tigrotti continueranno così a rappresentare l’unica realtà professionistica del calcio in provincia di Varese.
La permanenza nella terza serie non ha solo valore sportivo: sancisce anche la prosecuzione del processo di transizione societaria. Patrizia Testa, attuale proprietaria di maggioranza, è infatti pronta a cedere il pacchetto di controllo alla fiduciaria Finnat, che già detiene il 49% delle quote. Un cambio ai vertici che sarà probabilmente ufficializzato nella conferenza stampa convocata per mercoledì, riservata alla stampa, durante la quale si farà il punto sul futuro del club.
Al centro dell’incontro, oltre alla riammissione, ci sarà anche la conferma – o meno – delle figure chiave della nuova Pro Patria. Tra le prime decisioni attese ci sarebbe la continuità nel ruolo di direttore sportivo per Sandro Turotti, ma non è escluso che emergano ulteriori novità sulla governance e sulle strategie.
Il “Daghidaponta”: tra passato, presente e cuore biancoblù
In attesa delle mosse societarie, i tifosi si sono ritrovati nel weekend al tradizionale torneo “Daghidaponta”, trasformando il campo del Redentore in un crocevia di emozioni, memoria e identità bustocca. L’evento ha visto protagonisti ex giocatori come Sartirana, Frara, Olivari, Dato, Tutone, Tubaldo, Zico Zago, Taino e Michele Ferri, insieme ai “tigrotti” attuali, come Davide Ferri e Piran, ma anche amministratori locali e, naturalmente, tantissimi tifosi.
Una vera festa popolare, dedicata anche al ricordo di figure care alla comunità biancoblù, da Raffaele Carlomagno a Carlo Solbiati, passando per Nando Pellegatta, Fabietto, Giulio, Simone e Davide Stagni, Giorgio Giacomelli e Franco Bazzani. Un momento di condivisione che ha ribadito quanto il legame con la Pro Patria vada oltre il calcio giocato: è spirito di appartenenza, è famiglia. Magari “disfunzionale”, come ama dire Lele Magni, anima dell’iniziativa, ma autentica e accogliente.
La sfida finale, vinta dai “1919” grazie a un rigore calciato da Nicolone, è stata solo la conclusione simbolica di una giornata che ha saputo unire tutte le anime del tifo biancoblù. Un capitale umano e affettivo prezioso, che la nuova società dovrà saper valorizzare per costruire una Pro Patria ancora più forte, dentro e fuori dal campo.