La rabbia del “sindaco dei profughi”: «Inaccettabili le violenze di Colonia»

Duro intervento del primo cittadino di Comerio: «Chi non rispetta i nostri valori sia espulso». Silvio Aimetti era finito sui giornali nazionali per la decisione di ospitare i migranti in casa sua

«Quanto accaduto a Colonia ed in altre città tedesche è molto grave. È importante che chi non rispetta i nostri valori ed il rispetto per le donne è uno di questi, sia espulso e rimandato nel proprio Paese d’origine». Questo il contenuto, molto duro e chiaro, del post pubblicato sulla sua pagina Facebook dal sindaco di Comerio dopo i gravissimi fatti di Colonia, dove a Capodanno, più di 500 donne hanno presentato denuncia per aver subito molestie sessuali o furti da parte di stranieri immigrati. Il primo cittadino conosce molto bene la realtà della Germania, avendo sposato una donna tedesca.

Comerio è diventato un caso nazionale proprio per la sua capacità di integrare dei profughi (ospitati in una casa di sua proprietà messa da lui a disposizione, ndr) e nel contempo aiutare cittadini italiani in difficoltà lavorative. Il sindaco di Comerio non è preoccupato sulle possibili ripercussioni negative che le aggressioni di Colonia nei confronti della donne, potrebbero portare in provincia di Varese. Il primo cittadino parte da un dato di fatto oggettivo. «Ad

oggi, nessuno dei migranti ospiti in provincia di Varese ha avuto comportamenti illeciti o contrari alla legge, per nessun tipo di reato» afferma Aimetti. Un altro fattore fa stare tranquillo il sindaco comeriese rispetto alle possibili ripercussioni sul territorio dopo i fatti di Colonia. «Non credo ci saranno conseguenze negative – sottolinea Aimetti – anche perché il modello di integrazione che stiamo applicando sul nostro territorio, ovvero quello dell’accoglienza diffusa, è quello giusto ed equilibrato». Accoglienza diffusa significa ospitare gruppi piccoli di migranti, in modo da facilitarne l’inserimento nel contesto sociale. E’ quello che sta avvenendo non solo a Comerio, ma anche in altri piccoli Comuni della zona come Luvinate, Barasso e Besozzo. «Nel nostro paese il progetto sta procedendo al meglio, sono soddisfatto – dichiara il sindaco – i migranti lavorano svolgendo piccole mansioni a favore della comunità che li ospita e si stanno inserendo; nel contempo, stiamo aiutando due cittadini comeriesi in difficoltà, con un progetto di inserimento lavorativo». Il primo cittadino chiede uno sforzo anche agli stessi profughi. «Per integrarsi è fondamentale imparare la lingua – osserva Aimetti – chiedo un impegno maggiore ai migranti». Il sindaco chiama in causa i colleghi sindaci del Varesotto. «Sono solo una trentina su 139 i Comuni della provincia di Varese che ospitano migranti – afferma Aimetti – questo non è giusto; i grandi centri dovrebbero dare una disponibilità maggiore alle richieste del Prefetto».