La seconda vita di “Ozzo”

Il tragico schianto, il coma e quel non darsi per vinto. La vita di Claudio Silvestri, l’uomo trovato in casa sua a Jerago, era cambiata il 15 aprile 2000

Era appena tornato dalle ferie e gli avevano consegnato la macchina nuova, in sostituzione di quella rubatagli. Una Toyota Yaris, che ieri è stata trovata parcheggiata fuori dal cancello. «Strano», secondo chi lo conosce bene, «perché Claudio ricoverava l’auto in garage anche solo per fermarsi a casa a bere un caffè».

La vita di Claudio Silvestri era cambiata per sempre il 15 aprile del 2000. Insieme a tre amici di Jerago, stava tornando da una serata fuori, quando la loro auto veniva travolta da un altro mezzo che non aveva rispettato la precedenza, all’incrocio, regolato da semaforo lampeggiante, tra la statale del Sempione e la via Tasso, a Busto Arsizio al confine con Olgiate Olona. Una tragedia che costò la vita ad Ilario Rustighini, 26 anni, morto sul colpo,

e a Francesco Zoia, 32 anni, deceduto dopo 15 giorni in coma in cui non aveva mai ripreso conoscenza. Anche Claudio Silvestri finì in coma, ma poi si riprese: i segni di quell’incidente però gli rimarranno sempre addosso. Difficoltà di deambulazione, affrontate con anni di terapie riabilitative, ma anche nel parlare: gradualmente migliorate ma ancora presenti a 16 anni di distanza da quella terribile notte tra venerdì e sabato. «Mi ricordo quando era tornato a casa in carrozzella dopo il coma – racconta una vicina di casa – e quando con il suo borsone in spalla si incamminava verso la palestra». “Ozzo” non si era mai dato per vinto, e conduceva una vita molto attiva. Lavorava a Malpensa, in un’azienda che opera a Cargo City che lo aveva lasciato per un periodo in cassa integrazione, e continuava a vivere insieme alla madre, rimasta vedova da diversi anni (il padre, titolare di un’officina, era stato anche trapiantato al cuore), nella casa di famiglia di via Vittoria, mentre il fratello e la sorella si sono fatti una vita fuori da Jerago.

Nelle ultime settimane, Claudio era stato in prima linea nelle proteste per lo strano “mistero” dei disturbi elettromagnetici che hanno causato malfunzionamenti a tutti gli impianti elettrici (cancelli, ascensori, antifurti, persino le portiere delle auto), problema che ha interessato tutta la zona residenziale di Jerago compresa tra le vie Vittoria, Montenero e Paolo VI, provocando disagi alle persone con difficoltà motorie che risiedono da quelle parti (non solo Claudio Silvestri).

Un fenomeno su cui il Comune, insieme all’Arpa, ha indagato in modo approfondito, prima che finisse di infastidire i residenti. «Era uno dei più imbufaliti per i disagi causati da quelle misteriose onde» racconta il vicesindaco Gigi Lodi Pasini.n 
A. Ali.