La Varese Giovanile vuole restare qui

Cresce la preoccupazione tra i 160 atleti della società che, a fine stagione, temono di perdere il campo. Il Comune lo concede alla scuola calcio dal 1992. Ma il bando scadrà a giugno: «Arriveranno altri?»

– Grande preoccupazione tra i 180 atleti, di età compresa tra i sei e i 16 anni, della Varese Giovanile.
A fine giugno scadrà il bando con il quale il comune, dal 1992, ha affidato l’area sportiva di via Maiano alla scuola calcio. A quel punto tutto potrebbe cambiare.
Nel quartiere, infatti, si vocifera che i campi potrebbero essere richiesti da altre società sportive e l’area destinata a sport diversi dal calcio, interrompendo così la tradizione «del pallone» delle Bustecche.

Il timore dei giocatori è fondato dal momento che il Comune ha unificato le scadenze dei bandi per i campi rionali e comunali presenti in quell’area e si è preso tempo per decidere se mantenere la destinazione «gioco del calcio» o aprire ad altri sport. Definito questo aspetto, per trasparenza verso la cittadinanza, verrà fatta una gara per l’assegnazione dei campi sportivi.
«La mia preoccupazione è quella di dare continuità agli allenamenti. Mi sto muovendo per pianificare le cose da fare l’anno

prossimo, ma è normale che nella situazione di incertezza in cui ci troviamo, i dubbi siano tanti – afferma , il presidente della società subentrato al padre Bernardo scomparso il 12 agosto 2012– Nella convenzione ancora in vigore è scritto che, in assenza di problemi, allo scadere del tempo concordato, avremmo avuto diritto di prelazione sul campo. Perché il comune non ci dà rassicurazioni?».
Oltre ai problemi gestionali, ci sono anche questioni di valore affettivo: «Mio papà Bernardo ha dedicato gran parte della sua vita a quell’area sportiva, riqualificandola».
«Gli utenti non mancano, anzi: la nostra società è un punto di ritrovo per tutto il quartiere. Con tutto quello che mio papà ha fatto per la Varese Giovanile, la società non dovrebbe temere di non veder rinnovata la gestione, e invece si respira aria di incertezza».
E ancora: «Ci sono sentori che ci lasciano perplessi. Abbiamo chiesto più volte al Comune di darci delle risposte chiare. Ci è stato detto che il tema sarebbe stato discusso in giunta. Era all’ordine del giorno a dicembre, ma è slittato in avanti per lasciare posto a temi prioritari. Per cui non abbiamo risposte e non sappiamo cosa pensare».
Il centro sportivo comprende campi regolamentari, di cui uno in erba, più un campetto sintetico coperto e riscaldato. Si tratta di una vera e propria cittadella dello sport, accessibile comodamente da tutta la parte sud della città e dotata di un parcheggio piuttosto grande.

L’area, un tempo degradata, adesso è stata completamente attrezzata. Ed è proprio il fatto che il centro sportivo sia diventato così accattivante a spaventare i genitori: il sospetto è che siano in molti ad averci messo gli occhi sopra. In particolare, il timore è che la squadra di rugby – che a Giubiano sta stretta – ambisca a utilizzare quei campi.
I genitori dei calciatori sono preoccupatissimi: «Dispiacerebbe davvero molto che si dismettesse tutto, magari per mettere lì un’altra squadra» dice Renzo Andreotti, un genitore.
Il comune, dalla sua, promette di prendere in fretta una decisione sulla destinazione da dare all’area.