La verità del presidente Coppa: «Può succedere ancora di tutto»

Il numero uno della società mette la faccia dopo l’agghiacciante sconfitta di Pesaro. «Incazzatura a livelli altissimi, ma dal 23 dicembre a oggi la squadra è migliorata. Non parlo di playoff, metterei pressione alla squadra. Ma con questa classif

«Siamo i gatti neri, siamo i pessimisti, siamo i cattivi pensieri. E non abbiamo da mangiare. Com’è profondo il mare, com’è profondo il mare». Diceva così, il grandissimo Lucio Dalla. Davvero, com’è profondo il mare, soprattutto dopo serate come quella di Pesaro. Sembra di non arrivare più al fondo. Dopo partite così, prestazione come quella di Pesaro, anzi meglio, come gli ultimi nove minuti di Pesaro, qualcuno deve davvero metterci la faccia.

Lo fa il presidente Stefano Coppa che, gliene va dato atto, non si tira mai indietro davanti al confronto, e commenta così la bruttissima sconfitta dell’Adriatic Arena: «L’incazzatura è a livelli altissimi. La mia come quella di tutti gli altri. Abbiamo dominato per 31 minuti una partita di fondamentale importanza, mettendo in atto nel migliore dei modi il piano partita. Poi ci siamo sciolti giocando nove minuti agghiaccianti, convinti di aver già vinto. Abbiamo smesso di giocare di squadra, eccedendo nell’individualismo, e la squadra è così uscita dal ritmo partita. Ci siamo poi ritrovati sotto nel punteggio incapaci di riprenderci. Sono due punti buttati via che fanno molto male, soprattutto se li perdi dopo aver dominato per 31 minuti, perché ti rendi conto di aver fatto una cazzata».

Per il presidente, però non tutto è da buttare: «Mi sembra giusto sottolineare il fatto che dal 23 dicembre ad oggi la squadra è notevolmente migliorata, anche nel gioco in trasferta come testimoniano i 31 minuti di dominio a Pesaro. Però bisogna guardarsi in faccia e capire quali sono gli errori ed evitare di ripeterli. Ancora una volta però c’è da dire che, quando viene permesso un certo tipo di difesa su Wayns, la squadra va totalmente fuori giri, ognuno si mette in proprio, si perde ritmo e si subiscono parziali come quest’ultimo». I 450 chilometri di ritorno da Pesaro a Varese sono stati lunghi, silenziosi ma allo stesso tempo colmi di riflessioni sull’immediato futuro.

Qualche certezza già c’è, soprattutto per quanto riguarda Chris Wright, ufficializzato nella serata di ieri: «Dovremmo averlo disponibile già giovedì, con la squadra di ritorno dalla trasferta austriaca. La scelta di un giocatore come Chris Wright serve proprio ad aiutare Wayns nei momenti più difficili e di pressione avversaria. Mi vengono in mente tre situazioni, a Reggio Emilia con De Nicolao, nel derby con Cerella e a Pesaro con Ceron, sono situazioni di pressione che ci hanno messo particolarmente in difficoltà.

Contestualmente all’arrivo di Wright, risolveremo il rapporto che lega la Pallacanestro Varese a Ramon Galloway. Quello di Wright è il nostro ultimo tesseramento, e finalmente Moretti potrà avere a disposizione un roster definitivo su cui poter lavorare da qui a fine stagione». La debacle di Pesaro potrebbe cambiare sensibilmente gli obiettivi della Pallacanestro Varese, perennemente in quel limbo che un giorno ti fa sognare i playoff e quello dopo ti sbatte in faccia la paura tremenda di retrocedere: «A mio parere -esordisce il presidente- gli obiettivi della squadra restano immutati, perciò vincere il maggior numero di partite e continuare a fare quei passi avanti che nell’ultimo mese e mezzo si sono visti».

Da puntualizzare però, che l’obiettivo stagionale dichiarato sono (o erano?) i playoff: «Non voglio parlare di playoff, non l’ho mai detto. Sarebbe eccessivo ora, metterei pressione sulla squadra. Prima dobbiamo pensare alle squadre che abbiamo dietro, e poi eventualmente potremo concentrarci su quelle che ci stanno davanti. E’ un classifica talmente schiacciata che tutto può accedere». Ma per ora la paura è più forte della speranza.