Come il Cammino di Santiago, anche la via Sacra ha il suo bastone del pellegrino.
Un bastone forte, in legno, che le persone che salgono sulla via Sacra si passano tra loro, come in una staffetta ideale. Il bastone attende i viandanti sulla via con qualsiasi condizione meteorologica.
Chi ha bisogno del suo supporto lo prende, vi si appoggia, e poi lo lascia in un posto visibile, in modo che il prossimo lo possa utilizzare. Spesso lo si trova tra la sesta e la settima cappella, a metà strada, proprio nel punto in cui la fatica si fa sentire di più.
Oggi lo si chiama “bastone”, ma una volta veniva detto “bordone”. Come il Burdònem: mulo selvatico, povero, umile e resistente.
Nel passato il bordone costituiva un vero e proprio requisito di identificazione del pellegrino. Chi lo aveva con sé riusciva a trovare ospitalità; chi ne era sprovvisto veniva guardato con sospetto e rischiava di dormire sotto le stelle. Era lungo almeno un metro. Sulla sua sommità veniva messa una zucca vuota che serviva come borraccia. Inoltre, vi si legavano dei fazzoletti con dentro qualche avere. Certo, oggi c’è chi preferisce i più moderni bastoncini da Nordic Walking, ma utilizzare quel bastone anche per un breve tratto ha qualcosa di spirituale.
«L’antico bastone ha avuto sicuramente una evoluzione, ma non ha mai passato la consegna ai bastoni moderni. Sono due cose diverse – dice , istruttore di Nordic Walking al Varese Corsi – Il bastone era usato nell’antichità per dare stabilità ai camminatori e per offrire protezione contro gli animali feroci. Oggi viene utilizzato ancora, ma più per andare a funghi che per camminare. La moda dei bastoncini da Nordic Walking, spesso ammortizzati e ultraleggeri, risale invece a cinque anni fa. Questi ultimi servono per facilitare la camminata, dare il passo, fare sport».
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