L’aria in Lombardia migliora, ma non a Milano: caro Sala, a cosa serve colpire gli automobilisti?

Un commento ai risultati regionali sulla qualità dell'aria. Il nostro territorio sorride con poche eccezioni, tra queste la metropoli capoluogo che non ottiene i risultati sperati nonostante aumenti, divieti e limitazioni che hanno pesantemente penalizzato i cittadini. Il "green chic" mette in crisi le famiglie e non paga a livello ambientale

MILANO – Nel 2023 nella nostra regione si è respirato meglio: quello appena terminato è stato l’anno migliore per la qualità dell’aria, ma non ovunque. Sono dati lusinghieri quelli pubblicati da Arpa Lombardia e commentati con soddisfazione dall’assessore all’Ambiente e Clima della Regione, Giorgio Maione. Come si legge nel nostro articolo sulla notizia, i risultati premiano gran parte del nostro territorio con significative eccezioni.

Andando ad analizzare i risultati del PM10 nei capoluoghi di provincia, sei di questi hanno rispettato il limite di 35 giorni non oltre la soglia massima. Milano però non brilla, anzi: i livelli sono stati superati per 49 giorni, sotto solo a Mantova. Nel capoluogo lombardo va meglio per quanto riguarda il valore limite annuale di PM2,5. Su una soglia massima di 25 µg/m3, il dato peggiore di Milano è stato di 21. Per quanto riguarda le emissioni di biossido di azoto, invece, il valore limite sulla media annua è stato superato in Lombardia solo da Brescia e, ancora una volta, dalla metropoli meneghina.

Ecco allora che viene da chiedersi se le misure pesanti adottate dall’amministrazione del sindaco Sala in materia siano state proficue o se si siano rivelate inutili, oltre che molto penalizzanti per i cittadini. Parliamo delle restrizioni nel centro-centro con Area C e l’imposizione di Area B in tutto il territorio cittadino. Famiglie costrette a cambiare auto nemmeno tanto “vecchie” perché considerate con troppa disinvoltura inquinanti. In una città già tra le più care in Europa e in una congiuntura economica sempre più difficile, il Comune di centrosinistra dall’anima “green chic” ha imposto aumenti esorbitanti, divieti e limitazioni che hanno messo in ginocchio residenti e lavoratori da fuori.

La risposta dunque è che forse Sala e i suoi, per inseguire un’ideologia per pochi, abbiano finito per penalizzare molti, senza peraltro raggiungere i risultati che si erano prefissi con enfatica propaganda.

No, non ci siamo caro sindaco: la via è un’altra, più simile a quella, pragmatica e graduale, seguita dal buongoverno lombardo che infatti gli obiettivi li raggiunge.