L’autovelox è importante Ma è vietato nasconderlo

Quella tra gli utenti della strada e gli autovelox è una battaglia che dura da anni ed è fonte di diatribe giuridiche.

Se da un lato chi guida dovrebbe rispettare i limiti di velocità, è altrettanto vero che gli enti locali abbiano l’obbligo di attenersi alle norme con una precisazione: gli autovelox non possono essere nascosti. La Cassazione, seconda sezione penale, con una sentenza di maggio 2013, ha stabilito che possa essere perseguita per il reato di truffa la società che fornisce e posiziona autovelox all’interno di auto ferme, in modo che non siano visibili agli automobilisti. Il problema riguarda proprio il posizionamento degli apparecchi per il rilevamento delle infrazioni secondo modalità non previste dalla normativa di settore e nonostante le molte circolari ministeriali emanate nel corso del tempo.

In numerose occasioni, infatti, le ditte che si occupano di installare gli autovelox, si adoperano perché gli automobilisti siano “vittime” di tali dispostivi, sebbene la legge preveda che debbano essere segnalati e visibili in modo chiaro. L’autovelox, dunque, non può essere utilizzato dalle amministrazioni come uno strumento per fare cassa, a qualunque costo. È quindi colpevole del reato di truffa la società che colloca i rilevatori di velocità in una posizione nascosta con lo scopo di registrare e contestare più infrazioni possibili. Questi apparecchi, pare affermare la Suprema Corte, devono avere una funzione dissuasiva a tutela della sicurezza stradale. Collocarli in punti nascosti e senza segnalazione, sebbene lo strumento sia omologato e ben tarato, rappresenta un uso illegittimo a danno degli automobilisti.

Corretto, infine, il sequestro degli strumenti perché nonostante costituiscano beni aventi natura lecita, in quanto regolarmente conformi alla normativa, di questi è stato fatto un uso illecito. Come spesso accade in Italia, sono state necessarie dodici circolari ministeriali per far comprendere la legge, imponendo di avvisare i conducenti di auto e moto con cartelli chiari e autovelox ben visibili.

Addirittura nel 2009 il Ministro dell’Interno ha dovuto emanare una direttiva in cui si pretendeva da parte degli enti locali un comportamento limpido in materia di autovelox. Nel caso qui preso in esame, si è dovuta scomodare la Corte di Cassazione per fissare in maniera definitiva principi molto semplici.

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