Le mazzette servivano per riarredare il salotto di casa Rivolta-Liccati

“un sistema corruttivo al quale i cittadini si erano assuefatti”

Un sistema “corruttivo al quale anche i cittadini si erano assuefatti”. In sintesi “tutti sapevano ormai che rivolgendosi allo studio Proget srl in capo a , fratello del sindaco , nella cui attività il primo cittadino era parte integrante, avrebbero ottenuto rapidamente ogni soluzione urbanistica desiderata”. Emergono i dettagli dell’operazione portata a termine ieri dai carabinieri del comando provinciale di Varese e dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese, coordinati dal sostituto procuratore di Busto Arsizio,

che ha portato in carcere Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo, ai domiciliari il fratello, e all’arresto (con obbligo di firma di pg) la compagna del primo cittadino Orietta Liccati, assessore all’Urbanistica a Gallarate, e quattro imprenditori. In sintesi la parcella “versata allo studio dal committente conteneva essa stesa la tangente – ha spiegato Furno – il committente infatti sapeva che rivolgendosi allo studio Proget il primo cittadino sarebbe intervenuto direttamente sul piano urbanistico cittadino”. Cambiando ad esempio la destinazione d’uso dei terreni, da agricoli a produttivo con grande guadagno da parte del committente. A far partire le indagini, nel febbraio 2016, era stata l’ex comandante dell’ufficio di polizia locale di Lonate (poi rimossa da Rivolta nel gennaio 2017 perché secondo l’accusa ostacolava i progetti del primo cittadino) e a seguire il responsabile dell’ufficio tecnico comunale: “entrambi “puniti” – ha spiegato Furno – per la sola colpa di avere avuto la schiena dritta, rifiutandosi di assecondare questo sistema corruttivo che vedeva il primo cittadino al vertice”. Sul conto di Liccati fu bonificata una mazzetta da 13 mila euro: Liccati e Rivolta intercettati avevano deciso “che con quella tangente avrebbero arredato il soggiorno di casa loro”. Sono quattro gli episodi corruttivi contestati. In due casi riguardano tangenti per un capannone industriale (sia da acquirenti sia da venditori). Un altro caso riguarda un cambio di destinazione d’uso da terreni agricoli ad uso produttivo, “con intuibile aumento di valore”, per cui un imprenditore si era attivato in vista del nuovo Pgt. Quarto caso, quello di un imprenditore del settore parcheggi a servizio di Malpensa – settore molto presente a Lonate – che pagava Rivolta “per tenerlo costantemente a sua disposizione”, di fatto facendone un “funzionario a libro paga”: lo pagava non solo con denaro, ma anche organizzando “cene elettorali a cui il sindaco partecipava con suoi sodali di partito” e fornendo un’auto a disposizione del figlio di Rivolta. Al momento sono ancora in corso gli interrogatori: indagati a piede libero anche l’attuale comandante della polizia locale e il segretario comunale di Lonate Pozzolo.