Le piogge fanno bene ai laghi e alle semine di primavera, ma il rischio è la grandine

La Coldiretti commenta positivamente l'arrivo dell'ultima perturbazione con pure un veloce ritorno della neve in montagna. Forti temporali e precipitazioni violente però possono provocare danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti oltre a frane e smottamenti

VARESE – L’arrivo delle precipitazioni è importante per salvare le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso ma anche le coltivazioni in campo di circa 300mila aziende agricole messe a rischio dopo un lungo periodo di siccità. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’arrivo dell’ultima perturbazione con pioggia e il ritorno della neve in montagna.

“In difficoltà – precisa l’associazione – sono anche le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere che soffrono la prolungata siccità. Gli effetti della siccità sono evidenti nei grandi laghi del Nord, con il livello del Garda crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26% e il Maggiore resiste al 45%. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni”.

“Se pioggia e neve sono dunque attese per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine – aggiunge la Coldiretti – rischiano di provocare danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Un rischio per la produzione agricola nazionale dopo che il brusco abbassamento delle temperature notturne con gelate tardive dei giorni scorsi al centro nord ha colpito duramente le coltivazioni con danni a macchia di leopardo fino al 70% a gemme e piccoli frutti sugli alberi di susine, ciliegie, albicocche, pesche ma anche su meli, peri, kiwi e vigneti già in fase avanzata di vegetazione”.