Lega/ Bossi diserta Ferrara, appuntamento domani a Venezia

Ferrara, 17 set. (TMNews) – Nuova “assenza” per Umberto Bossi. Il Senatur non è salito sul battello con a bordo una settantina di leghisti che oggi, come da tradizione, ha percorso il Po partendo da Mantova intorno alle 10.30 per arrivare alle 17 a Ro Ferrarese (Ferrara). Ad attendere il “River Queen” con a bordo il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e il capogruppo al Senato Federico Bricolo al suo arrivo al pontile del paesino sulla sponda destra del Po,

c’erano non più di una quindicina di militanti della zona che, tra qualche bandiera con il Sole delle Alpi, avevano preparato delle tavolate con gnocco fritto, salumi e bibite. Niente “Va pensiero”, nessuno slogan, molto caldo umido. Nonostante i sorrisi dei soddisfatti viaggiatori, un clima un po’ dimesso, forse mai visto prima. Lo spostamento dell’approdo di una dozzina di chilometri, negli anni passati organizzato a Santa Maria Maddalena (Rovigo), non ha evidentemente portato fortuna al tradizionale viaggio sul grande fiume organizzato dal Carroccio che domani chiuderà a Venezia la tre giorni della “Festa dei popoli padani”.

Calderoli, dichiaratamente innervosito da quanto scritto sul Carroccio in questi giorni da alcuni giornalisti, si è limitato a rispondere con delle battute alle domande dei cronisti presenti, dicendo di provare “un’invidia tremenda” e di essere “invidioso da pazzi” leggendo le intercettazioni delle telefonate tra Giampaolo Tarantini e Silvio Berlusconi. In merito alle dichiarazioni di Gianfranco Fini che oggi nel Comasco aveva affermato che “l’Italia non ha bisogno di carnevalate padane” auspicando un nuovo esecutivo e un premier, il ministro per la Semplificazione ha usato ancora una volta l’ironia “Fini chi? Io ricordo i salumi Fini e anche qualche autogrill…”.

Definendo la giornata “stupenda”, lodando la bellezza del Po e bollando come “bugiardo” chi nega l’esistenza della Padania, Calderoli ha poi affermato “sono 150 anni che cercano di creare l’Italia trasformando la Padania nel regno delle Due Sicilie: proviamo a fare il contrario, magari va meglio a tutto il Paese”. Dopo un bicchiere di vino bianco e i saluti di congedo a chi era con lui sul battello e ai (pochi) simpatizzanti che lo hanno accolto, il ministro, in jeans corti e camicetta della
Guardia nazionale padana, ha lasciato Ro Ferrarese in auto, così come ha fatto Bricolo. Dopo di loro, dopo un paio di slogan pro-Bossi e pro-Padania, anche i militanti si sono congedati. “E’ stato un bel viaggio – ha commentato un leghista che era sul barcone – peccato che qui non ci fosse nessuno”.

Una curiosità: mentre il battello navigava sul Po, due militanti leghisti liguri, a bordo di un piccolo aereo biposto sono più volte passati a pelo d’acqua (in un modo anche un po’ azzardato a detta di diversi passeggeri) e hanno poi lanciato un fumogeno verde acceso. Un gesto audace, forse scaramantico, in vista della giornata di domani a Venezia. E per la salute del “grande Umberto”.

Alp

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