Lega, dopo il congresso Cassani spegne le polemiche. E sulle regionali: “Tutti per Fontana”

Il nuovo segretario del Carroccio in provincia di Varese rilancia sull'unità del movimento e nega conflitti con i bossiani: "Solo idee che si confrontano, nessuna guerra per bande come scrivono i giornali". Poi punge il rivale: "Ho avuto voti da chi era al Castello di Pavia con Bossi, Longhin so che non era lì..."

VARESE – Continua la sfida per le segreterie provinciali della Lega in un ottica di ricompattamento e rilancio del partito a cominciare dai territori. Con i congressi del partito guidato da Matteo Salvini, che scelgono i nuovi leader locali, dopo la stagione dei commissari. Varese ha votato e scelto, premiando il candidato di area salviniana, Andrea Cassani, sindaco di Gallarate. Una vittoria sul filo dei numeri su Giuseppe Longhin, vicino alla nuova corrente del “Comitato Nord” di Umberto Bossi, visto che Cassani ha avuto solo 12 voti in più (229 a 217 con 462 votanti sui 638 aventi diritto).

“A Varese prima il segretario era scelto per acclamazione”

“A Varese è la prima volta che si sceglie un segretario provinciale tra due candidati – spiega all’Adnkronos Cassani – . Di solito funzionava per acclamazione, e questa novità è un segnale positivo”. I militanti della Lega, nonostante il freddo e il tempo inclemente domenica sono accorsi a votare: “Certo – spiega – ora dopo quanto successo dobbiamo ricompattare la militanza, prepararsi assieme per la sfida alle regionali”.

“Noi leghisti tutti per Fontana, a Moratti pochi voti”

“Noi leghisti saremo tutti per Fontana, i leghisti votano i leghisti”, dice ancora, assicurando che le sirene della Moratti potranno raccogliere pochi voti. “La Moratti – dice – più che convincere noi, convinca Azione e Italia Viva che si deve scegliere la strada autonomista”.

“Nessun conflitto con i bossiani”. Ma che frecciata a Longhin

Poi Cassani spiega che anche con i bossiani e con il suo sfidante Longhin non ci sono conflitti e distanze particolari: “Io ho avuto voti da chi era al Castello di Pavia con Bossi, Longhin so che non era lì…”. “Ci sono idee politiche che si confrontano, non c’è una guerra per bande, come scrivono sui giornali”, conclude il nuovo segretario della Lega in provincia di Varese.