VARESE Il manager colpito da ictus riacquista la parola grazie agli specialisti del Circolo e decide di donare il frutto del suo percorso, un vocabolario multimediale utile a curare i disturbi del linguaggio, all’ospedale di Varese perché sia pubblicato su internet e reso gratuitamente accessibile a tutti.Protagonista di questa storia iniziata nell’aprile del 2009 è un ingegnere varesotto,
Gabriele Binda, direttore generale di una delle quaranta aziende del gruppo multinazionale Cannon al momento in cui viene colpito da un ictus emorragico. «All’inizio non riuscivo ad emettere suoni, né a scrivere, quindi per comunicare usavo i gesti e la capacità di mia moglie di capirmi, di intuire i miei pensieri anche solo dallo sguardo».
Sono i sintomi di un’afasia che inizia a essere curata negli ambulatori dell’unità di riabilitazione specialistica del Circolo diretti da Anna Maria Grande e punto di riferimento interregionale.
«Già durante la prima seduta il signor Binda è riuscito a superare il mutismo emettendo il primo suono», ricorda la logopedista Gabriella Greco che si è occupata del caso assieme alla collega Annalaura Barbieri.
«Ho detto “boh” – precisa Binda – la sillaba più semplice da pronunciare». A questo primo passo segue un percorso duro: in ambulatorio tutti i giorni per una seduta e poi tanti compiti a casa «dove continuavo a studiare e ad esercitarmi, 5 o 6 ore al giorno – ricorda il manager – neanche all’università ho faticato tanto».
«Un percorso non semplice – aggiunge la logopedista – perché le persone che incontri fanno fatica a capire che dietro alla difficoltà del linguaggio c’è un’integrità cognitiva completa della persona». Lo studio consisteva nel trovare il maggior numero di parole possibile con una stessa lettera, suono, o legate allo stesso concetto. Parole sempre più lunghe da pronunciare e scrivere. Prima
su carta, poi su computer «perché ho pensato che in questo modo il mio lavoro poteva diventare utile ad altri. E intanto ho recuperato anche l’uso del pc – racconta Binda – ma quando uscivo per strada e mi sentivano parlare pensavano fossi straniero. Mia moglie un giorno ha fatto credere a una commessa che fossi un principe russo».
Il risultato di questo impegno è stato duplice. Da un lato il manager è tornato al lavoro nel giro di un anno e allo stesso livello di prima (gestore qualità e responsabile dello sviluppo tecnologico dell’intera multinazionale).
Dall’altro il suo percorso di riabilitazione si è trasformato in un vocabolario digitale utile alla rieducazione logopedica non solo di chi soffre di afasia, ma più in generale nei casi di difficoltà del linguaggio, anche dei bambini. Appena completato il vocabolario sarà consultabile e scaricabile gratuitamente sul sito dell’azienda ospedaliera di Varese.
Lidia Romeo
s.bartolini
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