Lo studente in sala operatoria «Ho scelto: la mia vita è qui»

Giuseppe Di Rocco ha richiesto l’internato al terzo anno, con grande anticipo. «È il posto dove voglio restare e l’unico modo per costruire davvero il futuro»

Giovani chirurghi crescono. , quando era al terzo anno alla facoltà di Medicina dell’Insubria, ha deciso che le pagine dei libri da sole non erano più sufficienti.
Così ha messo la sua firma per cominciare l’internato in chirurgia generale.
Adesso, che in reparto ci ha passato quasi un anno, non ha dubbi: «La mia vita da studente nei prossimi due anni sarà sempre questa. Indietro non si torna».
Dividersi tra corsi, corsie e sala operatoria – per lui – non è un problema. La scelta dell’internato di solito si fa in prossimità della tesi di laurea, quando si intende poi discutere il lavoro finale in un certo ambito specialistico, ma Giuseppe ha deciso anticipare i tempi, mettendosi alla prova fin dal suo terzo anno di studi: una scelta che non lo rende unico, ma sicuramente “raro”.

Giuseppe arriva da Brezzo di Bedero, sopra Luino, e le sue giornate sono divise tra la frequenza delle lezioni, lo studio e il reparto presso il quale sta facendo la sua prima esperienza a contatto con la vita ospedaliera.
«Certo a noi è richiesto un impegno che tiene conto del fatto che siamo studenti – dice – E comunque anche così l’impegno necessario è molto, dal momento che c’è anche da mettere in conto la frequenza obbligatoria dei corsi e lo studio per superare gli esami.

E poi c’è la vita in reparto». Un reparto i cui ritmi Giuseppe ha imparato ad amare, tanto da poter dire: «Questo è il posto dove voglio restare per continuare gli studi e per lavorare in un futuro».
La chirurgia per Giuseppe rappresenta un tassello troppo importante per essere messa da parte proprio ora, a maggior ragione dopo che ha incominciato a conoscerla e viverla così da vicino. «Ho intenzione di finire i miei studi – dice – continuando ad essere anche presente in reparto per poi entrare in specialità proprio in chirurgia generale». A spingerlo – ci tiene a precisarlo – non sono i crediti che l’Ateneo riconosce agli studenti quando fanno l’internato in reparto.
«Lo faccio perché secondo me è l’unico modo per imparare davvero da subito – dice Giuseppe – e la questione dei crediti per me non è rilevante. Qui vedi cose delle quali, stando sui libri, non potresti mai venire a conoscenza».
Stare a contatto con i pazienti è una palestra dalla quale passano tutti i futuri medici, ma Giuseppe ha deciso di cominciare molto presto, approfittando dell’opportunità fin dal secondo semestre del suo terzo anni di studi. «Ho sempre voluto fare il medico fin da ragazzino – dice – e in particolare la chirurgia generale è quello che mi affascina di più».

In un anno passato in prima linea, in un reparto che rappresenta spesso la risposta all’urgenza, Giuseppe ha vissuto tante esperienze che non hanno fatto altro che rafforzare in lui la voglia di realizzare il suo sogno di un futuro con il bisturi in mano.
«Vedere un paziente che arriva in condizioni critiche – dice – e sapere che è urgente operarlo, è una sensazione molto forte e adrenalinica, che poi si trasforma in grande soddisfazione quando vedi i risultati nel decorso post operatorio dei giorni successivi».
Il tempo per coltivare hobby, frequentare gli amici e gestire il tempo libero? «Lo spazio – risponde – si trova per tutto quando c’è la volontà. A parte quando sono sotto esame non rinuncio alle partite di calcetto e a tutto quello che è il tempo libero per un ragazzo della mia età».
Inutile persino chiedere come vede il suo futuro perché Giuseppe ha una determinazione granitica: la chirurgia sarà il suo mestiere.