L’ondata di profughi arriva a Varese Il sindaco Fontana è preoccupato

Il massiccio arrivo di migranti, che sta tenendo col fiato sospeso tante amministrazioni del Nord Italia

– L’allarme profughi suona anche per Varese. Il massiccio arrivo di migranti, che sta preoccupando tante amministrazioni del Nord Italia (fra tutte Milano e alcune provincie del Veneto), dovrebbe coinvolgere a breve termine anche la Città Giardino.

Lo ha confermato ieri mattina – a margine dell’inaugurazione delle nuove strutture di Villa Giuditta a Casbeno, che ospiteranno una comunità educativa per minori e un ambulatorio di riabilitazione per l’età evolutiva – il sindaco , il quale si è detto «preoccupato per la situazione».
Non tanto per i numeri che interesseranno la nostra città (si stimano meno di dieci arrivi), quanto per il quadro generale che si sta profilando: «Siamo invasi, sono come delle truppe che non trovano resistenza alcuna».

L’emergenza a livello nazionale era scattata già nella scorsa settimana: in soli tre giorni, alla Stazione Centrale di Milano sono giunti in totale autonomia 416 persone, 258 siriani e 158 eritrei, cui si devono aggiungere le 212 del 18 febbraio, le 112 del diciannove e le 92 del venti.
I treni che li hanno condotti al nord sono partiti da Salerno, da Lecce e dalla Sicilia: tante famiglie e tanti bambini, tutti hanno raggiunto il capoluogo lombardo senza essere identificati.


Secondo le prime testimonianze raccolte, una buona parte di questi è transitata da Libia, Turchia e Grecia, provenendo originariamente dall’Africa sub sahariana.
Quelli appena forniti sono i dati sugli arrivi autonomi; ad essi si devono sommare quelli controllati e attesi: al centro di Bresso, mandati dal ministero dell’Interno, dovrebbero pervenire altre decine di persone e, fra questi, quelli che poi verranno effettivamente spediti a Varese. Lo stesso Attilio Fontana, però, non ha saputo rivelarne con certezza il numero, che comunque dovrebbe essere contenuto.
Durante l’inaugurazione della nuova struttura di Casbeno, il primo cittadino si è soffermato a parlare dell’argomento con il Prefetto.
È molto probabile che si stia cercando una soluzione per rispondere al bisogno. Zanzi ha spiegato che già a settembre dello scorso anno si era dovuto affrontare il medesimo problema, cercando le strutture idonee – nel pubblico e nel privato – per garantire l’ospitalità.

Il contesto è fluido e andrà verificato nei prossimi giorni. Lo scenario lombardo va a completarsi con quello più problematico – almeno nelle cifre – che riguarda il nordest: è notizia di ieri l’assegnazione di un contingente di 1.500 migranti alla Regione Veneto dal Ministero dell’Interno, più altri destinati al Friuli Venezia Giulia.
Tra le zone in allarme c’è la provincia di Treviso, dove in profughi attesi sono più di quattrocento.
E dove, sempre ieri, c’è stato un incontro tra prefettura, sindaci e associazioni per affrontare lo scottante tema.