Ludovico e la notte nel bosco Storia di rabbia e adrenalina

Nell’ultimo anno sono stati denunciati quindici casi di minori scomparsi nella sola provincia di Varese. Spesso si sono risolti nel giro di 24 ore, tranne che per Simone Pedron e Isabel Gianoncelli, il primo ritrovato dopo cinque mesi in Spagna, la seconda ancora in fuga.

Sono molti i motivi che spingono un giovane ad allontanarsi dalla propria famiglia e dai propri amici: litigi e dissidi a causa di uno scarso rendimento scolastico o problemi con i propri coetanei. Quindici casi sono molti, considerando anche che non tutte le fughe vengono denunciate, in particolare quando i ragazzi rientrano entro le fatidiche 24 ore.

Ludovico è un ragazzo di 17 anni, che ha sperimentato in prima persona cosa significa fuggire di casa . Infatti a quindici anni è voluto scomparire per una giornata, dopo un diverbio con i propri genitori, passando la notte su un giaciglio di foglie, che, inspiegabilmente, gli concilia il sonno. Ecco la sua testimonianza.

Rabbia. Adrenalina. Buio. Luce. Buio. Buio. Un ragionamento confuso, senza un reale fine, nessuna conclusione razionale. Voglio vedere fino a cosa si spingono, fino a dove posso andare senza precipitare nel vuoto. Troppi racconti di avventure rocambolesche nel bosco, forse. È così che preparo lo zaino. Panini, torcia, bibite, giacca termica, acqua, cerotti, fazzoletti, bende… Il cellulare lo lascio a casa, rifiuto tutte quelle cose che potrebbero farmi rintracciare facilmente. Niente amici e parenti,troppo scontato.

Ho visto una casetta di sassi disabitata, che probabilmente fece da riparo a pastori e contadini nelle rigide notti a difendere il gregge da un ladro, che non arriverà mai. Batto quei boschi conosciuti con uno spirito diverso,con la consapevolezza,la volontà,la determinazione di chi non tornerà indietro.

E questo in un certo senso è successo: cala la sera,inizia a rinfrescarsi l’atmosfera e ringrazio la terra di trovarsi al caldo, in agosto. Mi appisolo su delle foglie strappate da un albero vicino e inizio inspiegabilmente a dormire. Sogni confusi (sono forse i rumori?) si susseguono proprio come in un film.

Mi sveglio sul far del mattino. La stessa,calda luce che avvolge l’ambiente intorno mi scalda l’anima. Sento i pianti di mia madre, che si chiede cosa avrà mai fatto di tanto grave per sentirsi spezzato il cuore. La mia casa non è poi così lontana, corro verso il cancello e scopro che il sangue freddo di mio padre ha impedito che venisse dato inutilmente l’allarme. Senza neanche il tempo di ragionare, sento bruciare la guancia sinistra. Mi si stampano sopra cinque dita nitidamente distinguibili. Poi la domanda fatale. «Dove sei stato?» Molto, molto più semplice rispondere che sono stato via con amici (che non mi hanno mai tradito) e nascondere a tutti fino ad oggi la verità.

Ero tornato e, a parte la revoca a vita di uscire la sera, tutto era tornato alla normalità, forse… Ma io sono convinto che quella notte nel bosco sia rimasta l’impronta della mia infanzia e io finalmente, a mie spese, mi sia reso conto che il dialogo e il confronto molto spesso risolvono le cose. La fuga mai.»

Ludovico considera ora le sue azioni infantili e se ne pente. I genitori non si fidano più di lui e non gli permettono di uscire la sera, nonostante si senta maturato dopo questa esperienza. Forse le parole risolvono meglio una situazione tanto difficile, quanto banale, come un battibecco tra genitori e figli?

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