L’ultima notte dei Poohha incantato Varese

VARESE Duemilacinquecento biglietti. Quasi tutto esaurito per il concerto dei Pooh per l’ultima volta a Varese. I fans sono venuti per vederli dal vivo, irripetibile esibizione nella storica formazione con Stefano D’Orazio alla batteria. Sono venuti per far firmare un autografo. Per sentire le canzoni che ricordano gli anni passati, in una carriera lunga più di 40 anni. E loro, i fantastici quattro italiani, non tradiscono. Le luci si si abbassano alle 21.15, lo spettacolo ha inizio e l’ingresso sul palco di Dodi, Roby, Stefano e Red viene salutato da uno applauso scrosciante. «Stare qui è un’emozione» la canzone

scelta per aprire il concerto. I quattro musicisti insieme ancora una volta hanno voluto ripercorrere tutta la loro storia musicale, dagli inizi nel 1966 fino ai giorni d’oggi. Hanno salutato il pubblico dicendo: «Siamo felici di essere ancora una volta nella vostra città. È un momento particolare che non avremmo mai pensato di dover vivere. In momenti così particolari gli amici, quelli veri, ti stanno vicino. È proprio la nostra passione ad aver trasformato la nostra tournée in un grande evento di 38 concerti in tutta l’Italia. Grazie per l’amore che provate per la nostra musica».

"LA FINE DI UN VIAGGIO"
Subito è seguito l’addio di Stefano D’Orazio. «E’ una data importante perché ho deciso di fermarmi – le sue parole – Non è una decisione facile quando tutto funziona a meraviglia. Quando si fa un viaggio formato da tantissime emozioni, da tanti bei momenti. È un viaggio di fatica, di sudore, anche di tante lacrime. Tutte le volte ci siamo scambiati belle emozioni». «Voi siete protagonisti delle piccole storie che raccontiamo – il pensiero rivolto al pubblico – Ci piace pensare che siamo sempre stati accolti come amici di famiglia. Il popolo dei Pooh è stato un fedele compagno. Volevo sedermi assieme a voi. I miei amici non mi hanno fatto sentire in colpa. Ho sempre promesso di dare qualcosa di più, ma tutto quello che potevo dare l’avevo già dato. Questo è l’ultimo tour. Ma vorrei trasformarlo in una grande festa. Grazie a tutti». Più avanti l’omaggio dei tre compagni di avventura, che gli hanno dedicato la canzone «Domani».

I POOH-LOVERSE “il piccolo popolo dei Pooh”, i Pooh-lovers, erano lì al completo per applaudirli. «Li adoriamo» dice Ivana Pestarino, che li segue da 35 anni. C’è anche chi ha portato un cartellone con scritto «Andrea è qui» nella speranza che i Pooh lo guardino e gli dedichino una canzone. In prima fila c’è Alessandra di Solbiate Arno, con in testa la fascetta con scritto Pooh e tante collanine colorate al collo. «Sono cresciuto a pane e Pooh» racconta Andrea Sau, 20 anni, di Varese. Il più piccolo Pooh-lover in assoluto è Nicolò, un bimbo di due mesi figlio di Veronica e Massimo D’Azzero, di Legnano. Ha due mesi e ascoltava i Pooh fino a quando era nel pancione della mamma. Rosy Speciale invece, come ogni concerto, porta quattro mazzi di fiori per i suoi beniamini e glieli consegna alla fine dello spettacolo. Qualcuno si

è commosso. Altri hanno portato fogli di carta per collezionare più autografi possibile da regalare agli amici. «Ma quale ultimo concerto? Io ho già preso i biglietti per Milano quando saranno ancora insieme» dice Cristina Cerroni, fan sfegatata. È al concerto con la mamma, «non ce ne siamo mai persi uno e continueremo a seguirli per ancora un po’ di tempo». Man mano che il concerto va avanti l’emozione aumenta, con i grandi classici di sempre, quelli che magari hanno fatto innamorare tante delle coppie presenti al palazzetto, che coinvolgono la platea. La gente si lascia trascinare da un’emozione forte, vera, autentica. Tanto sincera che sono loro, i quattro sul palco, ad emozionarsi per primi, insieme al loro popolo. Danzano perfino le luci, come fossero fontane. A completare una festa di musica che resterà per sempre nel cuore di chi l’ha vissuta.

Adriana Morlacchi

v.colombo

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