Lusso Ferri, Pissardo oro, muro Visco

I voti dopo il girone d’andata: Baiano va il doppio, Rolando climax, Giovio sarà ancora magico

Chiuso il girone d’andata è tempo di pagellone, per consegnare agli archivi questo 2016 e proiettarsi al girone di ritorno di una serie D che il Varese può e vuole vincere. Per tornare tra i professionisti. E coronare il sogno di tutti i cuori biancorossi.

Non vale nemmeno più la pena definirlo una sorpresa. Ormai le sue prestazioni si giudicano sui dettagli minimi, perché si parte da una base di grandissima affidabilità. Un portiere completo in tutti i fondamentali, coraggioso in uscita, reattivo tra i pali. Un portiere del ’98 con una personalità così è oro colato. Per oggi. E, si spera, per il futuro.

La sua stagione è iniziata con un filo di timidezza. Poi, incassata la fiducia di Baiano, ha mollato gli ormeggi e non è più uscito dall’undici titolare. Nonostante qualche pecca sul piano tecnico (da migliorare i cross), è comunque un martello sulla fascia destra. Ha affinato l’intesa con Rolando, garantisce spinta e copertura. Un elemento di cui ora il Varese non può fare a meno.

Il giudizio perfetto sulla sua stagione l’ha dato Luca Piraccini in tribuna durante Bustese-Varese: «Sembra un adulto che gioca con i bambini». Tradotto: questa non è la sua categoria. Vede e legge il gioco in anticipo di (parecchi) secondi, ha esperienza, posizione, tecnica e personalità che non hanno nulla a che spartire con la Serie D. Un lusso, assoluto in questa categoria. Un lusso, che solo una maglia gloriosa e ambita come quella biancorossa può meritarsi.

Un inizio faticoso, a causa di diversi problemi fisici. Rientrato a pieno regime, è diventato un perno fisso della difesa al fianco di Ferri, con cui ha costruito un muro invalicabile. E, grazie alla sua personalità e al suo attaccamento alla maglia, è un idolo della tifoseria varesina.

Avvio strepitoso, con una condizione psicofisica perfetta. Poi i primi problemi, un netto calo di rendimento e la panchina. Bravo Baiano a recuperarlo nella parte finale del girone di andata: per condurre in porto la nave, serve l’aiuto di tutti.

Ha chiuso il girone di andata prima degli altri per un problema fisico e la speranza e che si ripresenti a gennaio in buone condizioni. Il calo di Bonanni è coinciso con la sua promozione a titolare per un paio di mesi, in cui si è sempre comportato alla grande, non facendo mai mancare la spinta e dimostrandosi anche tecnicamente valido.

È la perfetta incarnazione della frase “lavoro ogni giorno per farmi trovare pronto” che spesso viene abusata nel calcio. Ha giocato poco ma quando è stato chiamato in causa ha risposto presente. Qualche difficoltà con il Chieri era prevedibile, ma ha tenuto la barra dritta ed ha superato Luoni nelle gerarchie.

L’unica vera bocciatura di questo inizio di stagione. Soprattutto perché da un giocatore della sua caratura, oltre che capitano designato, ci si aspetta sempre qualcosa di più. Invece ha sbagliato in pieno il girone d’andata, con 2 espulsioni nelle prime 4 partite ed una successiva involuzione pericolosa che lo ha portato a non vedere quasi più il campo. Non è ancora arrivata la reazione. Che aspettiamo.

Alti e bassi in un girone di andata che comunque lo ha restituito al calcio dopo una lunga assenza. Alti e bassi che ci stanno e che si devono mettere in preventivo. Quando sta bene, la mediana del Varese gira meglio, la linea si alza, la manovra ne giova. La paura di ricadute però lo espone sempre a fermarsi, a non rischiare, a non esagerare. Se troverà continuità, saremo in carrozza.

Due prestazioni su tutte, contro il Cuneo e contro il Legnano. In questi due casi si è visto il vero Zazzi, spigliato, senza paura e anche sfacciato. Nel mezzo una lunga fase di studio che sembrava essere terminata proprio a Legnano, con il primo gol. Poi l’infortunio. Ti aspettiamo.

Inutile nascondere che da lui ci si aspettasse qualcosa di più in campo, finora ha reso sotto le aspettative. Dopo l’infortunio non ha quasi più visto il campo ma ha voluto (a tutti i costi) restare a Varese. Un segnale importante, che ora deve però essere ripetuto anche sul campo.
In crescita soprattutto nelle ultime partite, dopo una parte iniziale poco convincente. Pian piano sta riprendendo fiducia e cattiveria e, soprattutto viste le condizioni precarie di Calzi e Bottone, può diventare un elemento fondamentale.

Gettato nella mischia in un ruolo non suo dopo l’infortunio di Zazzi, non ha avuto paura di calarsi nella parte, anche a costo di sbagliare. In caso di bisogno lui c’è, qualunque cosa serva.

Una sola partita, rivelatrice: il Varese ha pescato bene. Ha piedi, personalità e anche esperienza nonostante i 20 anni. Si è presentato come un “cagnaccio”: avanti Umberto, mordi per noi.

Partito tra i mugugni, il suo girone di andata è stato un climax. Prima fumoso, sempre con un tocco in più a rallentare l’azione, a tratti deleterio. Poi la trasformazione, un esterno coraggioso, di sacrificio e di qualità, capace di saltare l’uomo, di lanciare i compagni, di rientrare per calciare oppure di puntare il fondo. Manca ancora un po’ di concretezza sotto porta, ma arriverà. E saranno fuochi d’artificio.

Un purosangue. Fin dall’anno scorso si era capito che fosse un elemento da mantenere, perché più adatto alla D che all’Eccellenza, per abnegazione, per struttura fisica e per tenuta nell’arco dei novanta minuti. Inarrestabile.

Giudizio sospeso perché due partite non possono ancora bastare. Ma ripetiamo quanto detto nelle scorse settimane: da lui ci aspettiamo di più. Molto di più.

Nel poco che ha giocato non ha brillato. Ma tutti conosciamo il suo potenziale: e speriamo di vederlo a servizio della squadra.

La D non è l’Eccellenza e lui nel tempo se ne è accorto. Però riesce ad essere decisivo anche se non è straripante. Magari inventa meno, non fa saltare sulla sedia, ma c’è quando serve. E stringe i denti, perché da mesi non sta bene ma è comunque in campo. Tendini, dategli tregua: e sarà ancora “quasi magia”.

Prima parte di stagione a due facce: inizio straripante, da 9 in pagella, da killer. Una palla, un gol, tre punti. Un copione visto in diverse partite. Poi il calo inesorabile, prima fisico e poi mentale. Ora è un’incognita: risorgerà?

Mannaggia a lui. Perché si è fatto male quando non doveva, quando stava facendo la differenza e quando aveva la piena fiducia di Baiano. Ma tornerà, più carico e più decisivo di prima. Garantito.

Si è guadagnato la stima fin dall’inizio, ha segnato subito, è pronto al sacrificio ed anche ad accettare la panchina pur di dare una mano al Varese, il suo sogno.

Non era facile prendere questo Varese in corsa, ancora meno cambiare il suo credo (il 4-3-3) per tirare fuori il meglio possibile in breve tempo. Arriva alla pausa con un Varese in testa, che segna di più e corre il doppio. E con la voglia di lavorare per esplorare ogni soluzione. Perché questa è la sua grande occasione. E non vuole perderla.