M.O. / Israele, a mostra Tel Aviv Lieberman dipinto come “porco”


Tel Aviv, 6 ago. (Apcom)
– Una statuetta di un maiale che rappresenta il capo della diplomazia israeliano, Avigdor Lieberman, accoglie il visitatore ad una esposizione sul ministro ultra-nazionalista che, ancor prima della sua apertura ieri a Tel Aviv, ha fatto scoppiare la polemica in Israele.

L’associazione Forum legale per la terra di Israele, organizzazione in difesa delle colonie in Cisgiordania, ha chiesto via lettera al ministero dell’Educazione e agli organizzatori di chiudere l’esposizione perchè viola le leggi contro la “diffamazione e l’incitazione all’odio”.

La mostra presenta anche delle foto, ritoccate, che trasformano il ministro in diavolo con due occhi iniettati di sangue o ancora in un porco. “Volevo semplicemente trasmettere un messaggio chiaro. Se lo mettete nel contesto dell’esposizione non c’è dubbio che Lieberman è un maiale”, spiega l’artista israeliana Zoya Cherkassky, 33 anni.

Per la curatrice dell’esposizione, Doreet Levitte Harten, le proteste del Forum legale sono “ridicole” anche se ammette che la mostra non ha un obiettivo strettamente artistico. “Si tratta di un mix di arte e di politica. E’ Lieberman che si attira gli strali con la sua ideologia. Non temo di dire che sono le sue idee fascistizzanti che fanno paura”, dice.

Un altro artista, Uri Katzenstein, ha presentato un gadget costituito da tre cacciaviti elettrici, che azionano degli steli di ferro che girano freneticamente. “E’ un meccanismo che sfugge ad ogni controllo come Liebermann”, spiega.

“Dipingono Lieberman come un neo-nazista, cosa che è ridicola in uno Stato ebraico”, afferma il Forum legale. Quest’ultimo si indigna inoltre del fatto che i biglietti di invito al vernissage, che recano il nome russo del ministro “Evet” – titolo dell’esposizione – siano stati scritti in lettere gotiche (tedesche), alludendo al Terzo Reich.

Avigdor Lieberman, leader populista originario dell’ex Urss, si è ritagliato una reputazione di “uomo forte”. Denunciato come “fascista” e “razzista” dai suoi detrattori, è soprannominato “Zar”, “Rasputin” o “Kgb” dai giornali. Tutto questo non ha affatto nuociuto alla sua popolarità, di un uomo che si presenta come vittima della vendetta delle elite, particolarmente per il milione di nuovi immigranti arrivati in Israele dall’ex Urss negli ultimi 20 anni. Il suo partito, Israel Beiteinu, ha ottenuto 15 seggi su 120 alle elezioni del 2009, divenendo il terzo partito di Israele. (con fonte Afp)

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