Beirut, 11 mar. (Apcom) – Prosegue l’offensiva diplomatica del presidente siriano Bashar Assad. Approfittando della recente apertura del dialogo tra Damasco e Washington, che sta avendo un effetto anche sugli alleati storici degli Stati Uniti in Medio Oriente, il leader siriano arriva oggi a Raid per importanti colloqui con il sovrano saudita Abdullah che potrebbero addirittura trasformarsi in un vertice
a tre. Nella capitale saudita infatti e’ atteso anche il presidente egiziano Hosni Mubarak che, come re Abdallah, ha mantenuto negli ultimi anni relazioni tese con Assad su questioni come i rapporti tra la Siria e l’Iran (Paese considerato “ostile” dai leader arabi vicini all’Amministrazione Usa), la crisi interna libanese e la Striscia di Gaza controllata da movimento islamico Hamas.
L’incontro a Riad e’ il tentativo di una riconciliazione araba
prima del summit di Doha, previsto per la fine di marzo ma Assad
intende sfruttare l’occasione per lanciare segnali concilianti
anche all’Occidente. La stampa araba in questi giorni ha scritto
che il presidente siriano, proseguendo la sua offensiva
diplomatica nella regione, vuole confermare all’Amministrazione
Obama la disponibilita’ della Siria di adottare un approccio piu’
flessibile.
“Quanto sia disposto, come gli chiedono gli americani, ad allentare i legami con Teheran e’ difficile stabilirlo ma Assad, senza rinunciare ad un partner economico oltre che politico tanto importante come l’Iran, ritiene di avere margini di manovra sufficienti per potersi avvicinare all’Occidente”, ha detto ad Apcom l’analista arabo Mouin Rabbani. “Assad
non mettera’ da parte il sostegno ai palestinesi o ad Hezbollah ma di fronte alle aperture di Obama non e’ intenzionato a perdere una buona occasione per voltare pagina nelle relazioni con Washington, che ritiene essenziali per la soluzione della questione delle Alture del Golan (occupate da Israele nel 1967,ndr)”, ha aggiunto Rabbani.
Una conferma in tal senso e’ giunta due giorni fa quando Assad
ha espresso il desiderio di avviare un’iniziativa siriana per un
accordo di “pace globale” nella regione possibilmente abbinata ad
un negoziato israelo-palestinese . Secondo Assad e il suo
entourage, la pace con Israele e’ possibile ma solo se “globale”
e pertanto dovra’ necessariamente prevedere oltre alla
restituzione Golan alla Siria anche la realizzazione dei diritti
palestinesi, senza dimenticare il problema dei profughi
palestinesi delle guerre arabo-israeliane, mezzo milione dei
quali residenti in Siria. Rispolverando l’idea di un fronte
siro-palestinese unito nei confronti di Israele, Assad senza fare
differenze tra Hamas e l’Anp del presidente Abu Mazen ha proposto
un accordo ampio, su tutte le questioni aperte, affinche’, ha
spiegato, Israele “non metta da parte la questione palestinese”
durante eventuali trattative con la Siria. “E’ interesse del
negoziatore palestinese coordinarsi con quello siriano”, ha
aggiunto.
Nti/Kat
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