Meloni prima donna Premier, la guerra in Ucraina, l’unità del Paese, tecnologia e transizione ecologica, i giovani del futuro. Mattarella a reti unificate nel suo discorso di fine anno

Nel messaggio di fine anno a reti unificate Mattarella parla di Meloni prima donna premier, di Papa Francesco e del Papa Emerito appena scomparso, dell'Unità nazionale, della transizione ecologica, del PNRR e dei giovani, speranza del futuro (foto dal web)

ROMA – Ecco l’atteso discorso di fine anno del Capo dello Stato a reti unificate. In una sala dell’ala neoclassica del Palazzo del Quirinale, Sergio Mattarella parla in piedi alla nazione, con rigore e grande autorevolezza. Vestito scuro, cravatta blu e camicia bianca. Alla sua destra un albero di Natale sobrio ma elegante, sullo sfondo le tre bandiere della presidenza della Repubblica, d’Italia e d’Europa, un tavolino e un bouquet di fiori.

Mattarella inizia ricordando come si è svolta la sua rielezione a capo dello Stato per il secondo mandato, ma subito dopo pone l’accento sull’importante traguardo di una donna al governo italiano, con Giorgia Meloni prima donna premier, segno di maturità del Paese. Poi parla dei 75 anni della Costituzione, e subito dopo della guerra in Ucraina. Mattarella chiede che il 2023 porti a gran voce il silenzio delle armi. L’unità europea in questo – dice – sarà importante, se farà prevalere i valori di giustizia libertà e pace.

Un pensiero poi a Papa Francesco, un saluto riconoscente per la sua preghiera e il suo impegno, e cordoglio per il Papa Emerito morto ieri mattina. Ma Mattarella vuole riparlare della guerra, specialmente del popolo ucraino, il popolo aggredito e delle tante vite distrutte e dello spreco di energie anche energetiche, patrimoniali, culturali che questa guerra sta provocando. E poi – riflette Mattarella – non dimentichiamoci che i confini delle guerre sono imprevedibili. C’è nelle sue parole il rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, riportandola a una visione oscurantista. Poi Mattarella pone nuovamente l’accento sul nostro paese, sulle sofferenze sociali, la povertà e il covid che non è ancora sconfitto. Sono queste  alcune delle criticità del paese secondo il Capo dello Stato.

Eppure le istituzioni civili sono il segno di una comunità. Che regge comunque in comunità. Le preoccupazioni degli italiani sono tante ancora, dall’inflazione al caro energia, alla mancanza del lavoro. E poi i giovani. I ragazzi in difficoltà, una piaga sociale per Mattarella, la povertà minorile dalla pandemia- dice – è raddoppiata di quattro volte e ciò significa un diritto all’infanzia negato. Ma “la Repubblica deve rimuovere tutti gli ostacoli” è il monito di Mattarella direttamente dall’articolo

13 della nostra Carta Costituzionale. La Repubblica siamo noi, dunque – secondo il Capo dello Stato – i Comuni, le Regioni, la Camera, il Senato, l’amministrazione pubblica, le associazioni, il terzo settore. Lo Stato sono le donne e gli uomini che si battono per il bene comune, chi indossa la divisa ogni giorno. Lo Stato è l’iniziativa di impresa che crea occupazione. E in questi duri anni le imprese hanno avuto la forza di reagire e di andare in attivo – dice Mattarella- basti vedere il boom del turismo nel nostro paese. Ma la Repubblica è il pagare le tasse per aiutare la nazione a rialzarsi e a funzionare.

E ancora la necessità di uno sguardo d’orizzonte speranzoso, per una visione del futuro fatto di Tecnologie, Innovazione e Sfide al cambiamento. Scelte strategiche e alleanze in quello che è il “Mediterraneo allargato”. 

Secondo Mattarella rinunciare alla modernità sarebbe un errore e un’illusione al tempo stesso, ma il cambiamento va accompagnato – ricorda e ammonisce – progettando il domani con coraggio. Come per la transizione energetica e la nuova cultura ecologista della quale tanti giovani partecipano. La trasformazione digitale è un obbligo della nazione, per superare arretratezza, diseguaglianze sociali e migliorare la nostra società. Uno sguardo dunque anche alla fucina del domani, la Scuola, l’Università e la Ricerca Scientifica. Lì si forma la complessità della nuova società, i giovani si fanno futuro, ed è in questa direzione che va anche e soprattutto il PNRR. Si rivolge infine ai giovani, con affetto ma con rigore: troppi morti per strada per incidenti e abuso di alcol e droghe “non fatevi togliere il futuro”. 

E conclude, quindi, rivolgendosi al resto del paese con una esortazione accorata:

Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani, guardiamo i loro volti, accogliamo le loro speranze.  Un esercizio di coscienza da parte nostra. Questa la libertà garantita dalla Repubblica.

Buon Anno a tutta la nazione.

Qui il video integrale del discorso https://www.youtube.com/watch?v=4weHRHxU0Kc&ab_channel=PresidenzadellaRepubblicaItalianaQuirinale