Messa contro i lupi in Valstrona, animalisti denunciano il parroco e scrivono al vescovo

Don Gaudenzio Martini, sull'onda delle proteste dei residenti e soprattutto degli allevatori, ha ripristinato nella forma originale un rito che si celebrava, il giorno di San Valentino, dal 1762. Il sacerdote accusato di "istigazione all'uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale"

VERBANIA – In una piccola valle della provincia di Verbania, la Valstrona, nella zona del Lago d’Orta, il parroco della frazione di Forno, 230 abitanti, sull’onda delle proteste dei residenti e soprattutto degli allevatori preoccupati per il ritorno in massa del lupo nella zona, ha ripristinato nella forma originale la “messa contro il lupo” che si celebrava, il giorno di San Valentino, dal 1762. Il rito era stato, in anni più recenti, trasformato in messa a protezione di calamità naturali.

Don Gaudenzio Martini, lo ha celebrato sabato scorso, dopo che anche il Comune di Valstrona aveva approvato una delibera di Consiglio per dichiarare il territorio comunale libero da orsi e lupi. La messa contiene anche una sorta di “esorcismo” che nel testo originale definiva i lupi “pestiferi”.

La celebrazione ha fatto insorgere gli animalisti dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, un gruppo di Milano, che ha scritto una lettera al Vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla e alla Procuratrice della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi.

“In questo piccolo comune siamo ripiombati nel diciottesimo secolo con la celebrazione di riti anacronistici benedetti dalla Chiesa Cattolica – spiegano gli animalisti – un rito abolito da oltre un secolo che inneggia all’uccisione dei lupi e manda contro di loro un’anatema è roba da studi psichiatrici. Comunque – concludono – abbiamo deciso di scrivere al vescovo di Novara per chiedere un intervento immediato e porre fine a questa idiozia pericolosa, e abbiamo deciso di inviare una denuncia contro il celebrante per istigazione all’uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell’articolo 544 del codice penale”.