Muratore morì alla ColacemDue condanne e due assoluzioni

CARAVATE Due assoluzioni e due condanne, una con pena sospesa e l’altra indultata: si è conclusa così, con una sentenza tutto sommato indulgente (almeno rispetto alle richieste avanzate dal pm), il processo celebratosi venerdì in tribunale a Varese per la morte di un operaio precipitato nello stabilimento Colacem di Caravate. I fatti risalgono al 23 luglio 2001. La vittima è un muratore bergamasco, Gianfranco Sonzogni, di 53 anni, che un anno prima della sua morte aveva perso il figlio, Luciano, 22 anni, dipendente della stessa impresa, in circostanze del tutto simili. Tutti e quattro gli imputati nel frattempo hanno comunque risarcito i familiari. Il giudice monocratico Orazio Muscato ha mandato assolto con formula piena il capo cantiere, Mario Arioli, difeso dall’avvocato Franco Orelli (come da richiesta del pm Monica Crespi), e il committente,

Carlo Manzoni, direttore della Colacem, difeso dall’avvocato Augusto Basilico, per il quale il pm aveva invece chiesto una condanna ad un anno e tre mesi. Condannato a sei mesi (con applicazione dell’indulto), il datore di lavoro dell’operaio, l’imprenditore bergamasco Alberto Trussardi, titolare della Mci Costruzioni (non ha potuto usufruire della sospensione condizionale, gravando sulla sua fedina il precedente del tutto analogo del figlio della vittima) e, sempre a sei mesi, con pena sospesa, Mario Cassani, responsabile della sicurezza. Per entrambi le richieste del pm erano state di un anno e sei mesi. L’infortunio avvenne in fase di montaggio di una copertura: quando ormai il lavoro era completato, Sonzogni sganciò inavvertitamente i ganci di sicurezza della piattaforma sulla quale si trovava, e precipitò da un’altezza di 12 metri. Inutili i soccorsi.

b.melazzini

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